Il viaggio che propone il pennino è un itinerario particolare alla scoperta dei Castelli di Ludwig II, personaggio complesso, morto tragicamente a 41 anni, e vissuto in un periodo in cui le idee liberali portavano ad un declino senza appello la monarchia. Le architetture sono legate a un suo mondo popolato da miti, favole, saghe nordiche, poesie, edifici esagerati e inquietanti, simulacri dei suoi sogni, rifugio estremo di un re infelice. Si visiteranno i castelli di Neuschwanstein e Hohenschwangau. Il primo evoca gli eroi dei poemi epici tedeschi da Parsifal a Lohengrin, si può definire il castello simbolo del romanticismo tedesco, il secondo fu la residenza preferita di Ludwig che qui trascorse gran parte della sua vita. Si proseguirà con il castello di Linderhof, nascosto tra fitti boschi, rifugio del re fu l’unico ad essere terminato prima della sua morte, e Herrenchiemsee magico castello eretto al centro di un isolotto sul lago, Ludwig sognava di realizzare una nuova Versailles. Si concluderà con la visita di Nymphenburg, splendida residenza estiva dei sovrani bavaresi, circondata da un immenso parco disseminato di padiglioni riccamente decorati e fontane con giochi d’acqua.
Terra di incanti e di enigmi, l’Egitto è un paese di magica bellezza, spirituale e misterioso, dolce e caldamente ospitale, allegro, spiritoso e pacifico, che riserva al viaggiatore mille emozioni. Visitarlo significherà tuffarsi nella storia più antica, incontrare un mondo arcaico e affascinante, confrontarsi con una delle più intriganti civiltà della storia dell’umanità. Perennemente in bilico tra passato e presente, tra Oriente e Occidente, si effettuerà un percorso a ritroso nel tempo, dalle grandiose piramidi alle mura incorrotte della cittadella, con le enormi cupole e i sottili minareti, dal favoloso tesoro di Tutankamon alle centinaia di statuette preziose e colorate, dal fluire solenne del grande padre Nilo tra gli splendori dell’epoca di Ramsete II, allo straordinario scenario ocra del deserto e all’azzurro del lago Nasser.
La Provenza è forse una delle più caratteristiche regioni francesi, le dolci colline, le forti tradizioni, l’artigianato, la gente cordiale e sorridente, ma soprattutto la sua antica storia ne fanno un posto meraviglioso, in cui imponenti edifici romani, si uniscono mirabilmente alla natura circostante, come a vicoli di borghi antichi. La cittadina più famosa è Arles, dall’intima e raccolta atmosfera, fatta di strade strette, piazzette incantevoli e antiche case, illuminate “dall’autre lumière” che tanto folgorò e stregò Vincent van Gogh. Non si possono perdere la romana Orange, che oltre l’Arco di Trionfo, ci riserva un gioiello inaspettato: l’unico Teatro Romano ad aver conservato inalterato, nella sua stupefacente maestosità, il muro del palcoscenico originario, nel quale ancora svetta tra gli altri arredi la statua di Augusto e il Pont du Gard, parte perfettamente conservata e percorribile di un acquedotto romano, che con le sue 53 arcate, una lunghezza di 275 metri e un’altezza di 49, attraversa la valle del Gardon. Il medioevo ha lasciato importanti tracce nella mirabile Abbazia di Senanque che conservata quasi nello stato originario, basa la sua grandezza non soltanto nella semplicità e purezza dello stile, nell’articolazione degli ambienti, nel valore di estrema spiritualità che tuttora emana, ma specialmente nel sito ancora solitario in cui sorge: tra creste di rupi e splendidi campi di lavanda. Ma ad Avignone si trova il simbolo del potere medievale: il grandioso Palazzo papale (15mila metri quadrati). Composto da una pianta quadrata, con dieci torri, è formato da una fitta rete di corridoi, sale e cappelle, ricche di sculture, pitture, specchi, arazzi, mobili e arredi preziosi. La facciata esterna con merli e piombatoi circonda la cattedrale di Notre-Dame des Doms del XII secolo. Sul Rodano il leggendario Pont S. Beneret, con al centro la cappella di Saint Nicolas, stupisce per la sua particolarità. Per concludere il viaggio uno sguardo alle immense pianure paludose della Camargue, ambiente unico nell’Europa Occidentale, con una flora e una fauna eccezionale, tra cui tori selvatici, cavalli bianchi e centinaia di fenicotteri rossi, un immergersi nella natura incontaminata. Durante questa escursione si sosterà nella folcloristica e gitana Sainte Marie de la Mer
La visita proposta da il penino per le vacanze di Pasqua è un viaggio fantastico e fiabesco nell’universo festoso, elegante e raffinato della nobiltà veneziana del cinquecento. Si divertivano così i nobili veneziani facendo costruire, da architetti geniali e fantasiosi, celebri ville; con la duplice funzione di residenze suburbane, collegate ai piaceri e agli ozi della villeggiatura, e grandi aziende agricole amministrate direttamente dai signori, che in tal modo sostituivano le fatiche e i rischi del commercio con le solide fortune fondiarie. Ecco allora che i Barbaro, i Foscari o gli Almerico, trovavano nell’architettura del giovane Andrea Palladio un’invenzione unica, d’ispirazione classica, assolutamente originale e in seguito imitata in tutto il mondo, una villa che legava indissolubilmente le esigenze estetiche a quelle funzionali. Ne abbiamo scelte quattro, le più belle, le “perle” del Veneto, le quali oltre la genialità architettonica conservano, quale scrigno prezioso, raffinate decorazioni ad affresco, che videro misurarsi negli anni celebri pittori come Paolo Veronese o Giambattista Tiepolo. A completamento di questo orizzonte culturale visiteremo Vicenza; la città, che più di ogni altra, manifestava orgogliosamente il proprio essere attraverso il linguaggio e le ambizioni dell’architettura palladiana, focalizzate nella Basilica, nella Loggia del capitano e nel mirabolante e fascinoso Teatro Olimpico.
Un’affascinante viaggio alla scoperta del sogno di un principe: Mainardo II, conte del Tirolo, una delle figure più singolari e meno conosciute della storia del medioevo europeo. Il Tirolo è la “terra inter montes”, come dire protetta, ma anche isolata dalla natura; ed è qui che Mainardo costruisce, con un progetto politico audace e straordinariamente moderno, uno stato unitario, la cui forza si basa non sulla guerra ma su una sottile e complessa strategia diplomatica ed economica. Terra di confine e luogo nel quale si amalgamano lingue e culture, con Mainardo diviene un Regno grande e bene amministrato, le cui città crescono in ricchezza e prestigio, un mondo quieto e sereno in cui tedeschi, italiani e ladini vivono insieme e in pace. Principe del Sacro Romano Impero, le sue terre costituiscono un percorso privilegiato dai pellegrini che solcano l’Europa per onorare le tombe dei martiri.
Tra rocche, castelli e nascoste chiesette, tra splendide valli, in cui l’uomo nei secoli ha saputo trovare una particolare armonia con la natura e piccoli centri, dove da sempre si conservano e tutelano le tradizioni popolari; cercheremo di ritrovare quelle atmosfere, di riprovare quelle antiche emozioni e di perderci in fantastiche saghe medioevali.
L’ultimo paese d’Europa ad occidente, il Portogallo racchiude un’incredibile varietà di paesaggi. Dalle spiagge di sabbia fine e bianchissima dell’Atlantico alle impervie cime innevate delle montagne, dal rosso purpureo dei vigneti al verde e oro delle pianure di grano. Con l’anima contesa, tra la contrastata storia europea e le sconfinate libertà offerte dalla sua vocazione oceanica, questo piccolo paese divenne nazione di forte compattezza etnica, religiosa e politica. I doni della natura, dell’ingegno e dell’estro artistico degli uomini che nei secoli lo popolarono ne fecero un luogo di grande interesse e di fascino inusuale. Negli abitanti di oggi la grandezza del passato convive con un forte anelito alla modernità, sicché il tempo sembra essersi fermato in un momento indefinibile e la loro vita scorre in un’atmosfera rilassata e socievole, che contagia facilmente il visitatore. Chi con animo aperto alla scoperta si lascerà incantare dalla bellezza e dalla pace di questi luoghi, ricchi di arte e di storia, di peculiare folklore e di genuine tradizioni, di colorito artigianato e di buona cucina, raccoglierà quel pezzettino di Portogallo che porterà sempre con sé.
Al centro del Mediterraneo, nel punto d’incontro tra Oriente e Occidente, questa antica città emana un fascino profondo. A tratti esotica e a tratti nordica si presenta come una città dalle tinte forti, dai drammatici contrasti, fondendosi in un insieme irripetibile di culture. Araba, normanna, francese, spagnola, Palermo dispensa in modo solare e abbagliante i suoi straordinari tesori conservati nei secoli con aristocratico pudore. Grandiosi palazzi nobiliari, splendide cattedrali, arabeggianti chiesette, sommessi chiostri normanni o ancora squarci gotici, sfolgoranti apparizioni barocche, perle liberty e candide armonie neoclassiche.
Il nostro viaggio ci porterà inizialmente alla scoperta della Normandia con il suo intenso carattere misto di storia, natura e arte. La regione atlantica che, tra l’azzurro del mare e il verde intenso delle campagne, ci stupirà con la sabbia dorata delle sue coste e il luminoso calcare delle scogliere più alte. Terra di cultura che ha convogliato il suo slancio religioso sulle grandi cattedrali, dalla fioritura del romanico benedettino al gotico fiammeggiante. Infine luogo di memoria e di ferite indelebili, il cui ricordo non può in alcun modo essere cancellato dal tempo.
Quindi passeremo in Bretagna la regione leggendaria per eccellenza, terra dei Celti e dei culti druidici, teatro delle gesta dei Cavalieri della Tavola Rotonda. Un viaggio tra dolci colline e buie foreste ci condurrà in luoghi fantastici dove, tra misteriosi megaliti e sacri calvari, aleggia grandioso lo spirito bretone popolare e intensamente mistico. Ma la Bretagna è anche l’immensa solitudine delle scogliere sferzate dal vento salino e un paesaggio dominato da numerosi castelli, a conferma di quel carattere orgoglioso e unico del suo popolo, manifestato in una lingua del tutto particolare e in un amore sincero per le antiche tradizioni.
Per ciascuno di noi la Grecia è un ritorno alle origini, un viaggio là dove tutto è cominciato; la nostra società e la nostra cultura provengono da questa grande civiltà che ha posto il seme di quello che oggi è il mondo mediterraneo. Andare in Grecia vuol dire rispolverare i vecchi ricordi di scuola: la democrazia, la filosofia, l’arte, il mito. Rimembrare personaggi che quieti riaffiorano dal nostro passato: Pericle, Temistocle, Sofocle, Euripide, Fidia, Prassitele, Aristotele, Platone, Socrate. Infine visitare i luoghi che hanno popolato la nostra adolescenza.
Questa è la Grecia, terra dove un grandioso passato e un incerto futuro si fondono dando vita a un popolo veramente particolare.
Il nostro itinerario partirà da Atene, che con i suoi tesori è il centro d’irradiazione culturale di tutto il paese, toccherà Delfi, il sito più importante del passato, dove la sibilla di Apollo vaticinava il futuro, quindi proseguirà per Corinto, la mitica città di Sisifo, e per Micene, il paese del re Agamennone, uno dei protagonisti dell’Iliade.
Non mancheranno momenti di grande pathos, visitando per esempio il teatro di Epidauro, che lascia ammutoliti per bellezza e grandiosità, o il Tempio di Poseidone a Capo Sounion connubio di spettacolare natura e arte sublime. Infine la visita a quello che è considerato il più bel monastero bizantino greco: Osios Loukas, aprirà una finestra sul medioevo orientale.
Il fascino e la bellezza del Friuli è legato al suo territorio composto da paesaggi contrastanti. Da una parte le splendide Alpi carniche e dall’altra la laguna veneta. Al centro colline e pianure creano un mondo forte di identità, ma aperto alla diversità.
Il nostro viaggio comincerà dall’abbazia di S. Maria in Sylvis presso Sesto al Reghena. Un piccolo borgo fortificato, circondato dalle acque del Reghena, nel cui centro si erge la bellissima chiesa ricca d’affreschi. Si proseguirà quindi per Udine. Specchio della sua eleganza è piazza della Libertà distribuita su due piani con logge e palazzi che ne contendono la bellezza. Si visiterà il Palazzo Arcivescovile, sontuosa residenza dagli ambienti affrescati dal Tiepolo con imponenti cicli biblici.
Cividale, ricca di testimonianze artistiche lasciate dai Longobardi che da qui cominciarono l’invasione d’Italia nel VI secolo, è una caratteristica cittadina, dove sorprenderanno il Tempietto sul Natisone per le sue statue di elevatissima fattura, per le sue pitture di grande valore, e il Battistero di Callisto e l’Ara di Ratchis due capolavori scultorei di arte longobarda. Altra tappa sarà S. Daniele, in cui la chiesa di S. Antonio Abate, soprannominata la “Sistina del Friuli”, custodisce il più bel ciclo di affreschi rinascimentali dell’intera regione. In seguito si proseguirà con la visita ad un prosciuttificio della zona. Aquileia, con la sua grande basilica paleocristiana dagli spettacolari mosaici, la sua area archeologica immersa nel verde della campagna e il lungo viale di cipressi che costeggia l’antico canale è senza dubbio meta imprescindibile in un viaggio in Friuli. Accanto la cittadina di Grado, che sorge su di un’isola oggi collegata per mezzo di un ponte, immersa nella laguna veneta, conserva nel suo incantevole centro storico la Basilica e il Battistero di Sant’Eufemia tesori d’arte medievale.
La Germania, “Locomotiva d’Europa”, è considerata nei luoghi comuni come uno stato ricco e prospero, ordinato e produttivo; il grosso contributo storico e culturale dato a tutta l’Europa è spesso sottovalutato.
Il nostro viaggio vuole portare l’attenzione proprio sulle imponenti testimonianze artistiche e storiche di cui sono ricche le regioni della Renania e del Palatinato.
La Renania-Palatinato è forse la regione più suggestiva della Germania, attraversata dal Reno che le dona quel carattere dolce e sinuoso, ha la sua capitale in Magonza (Mainz), una città ricca di storia, dominata dal suo Duomo turrito, costruito a partire dal X secolo, e patria di Gutenberg, l’inventore della stampa. Treviri (Trier) ci introdurrà alle splendide testimonianze romane che dalla Porta Nigra fino all’Aula Palatina ce ne ricordano la colonizzazione.
Non mancherà un omaggio al paesaggio di questa zona che ci apparirà attraverso la crociera sul Reno da Magonza a Coblenza (Koblenz), affascinante città dove il Reno accoglie la Mosella. Aquisgrana (Aachen) ci introdurrà a uno dei personaggi più popolari del Medioevo: l’imperatore Carlomagno. Qui rimane intatta la sua sontuosa Cappella Palatina, all’interno di un magnifico Duomo.
Heidelberg e Burg Elz saranno i due castelli che visiteremo, completamente opposti tra loro. Il primo è lo splendido frutto di rimaneggiamenti operati dal Rinascimento in poi, il secondo è invece l’esempio intatto della vita dei feudatari del Palatinato nel Medioevo.
Infine Colonia col suo grandioso duomo gotico, che custodisce le reliquie dei Re Magi, sarà l’ultima tappa del viaggio alla scoperta di un paese che ci stupirà per la varietà dei suoi paesaggi e dei suoi tesori d’arte.
Le più grandi civiltà del Mediterraneo, uomini non comuni, poeti, pittori e navigatori hanno fortemente segnato l’Andalusia, la regione più a sud della Spagna. Terra di profonda e incontrastata bellezza, che si adagia fin dove un tempo sorgevano le mitiche Colonne d’Ercole e dove quasi congiungendosi con l’Africa terminava la terra. Percorrere oggi il territorio andaluso significa immergersi in una realtà unica fatta di tradizioni che mescolano sacro e profano. Un viaggio che ricalca le orme ora dei Mori penetrati da Gibilterra, ora dei Cristiani che riconquistarono al-Andaluz. I suoi abitanti sono discendenti di popoli africani, italici, zingari e immigrati sudafricani, le diverse etnie incontratesi in un territorio accogliente hanno creato quei capolavori d’arte unici, basti pensare alle grandi cattedrali sorte sulle moschee, ai giardini di gusto arabo, alla pittura di Velasquez, ai Corani miniati, alle ceramiche e alle azulejos smaltate. Anche il suo aspetto quotidiano assume una particolarità, infatti si trovano le tipiche case bianche dai tetti color biscotto, i patjos rivestiti di azulejos, i profumi dei cortili coperti di fiori. Eppure l’Andalusia non appare come una terra omogenea, la sua conformazione geografica che comprende le montagne della Sierra Nevada fino alle spiagge affacciate tra il Mediterraneo e l’Atlantico e la sua storia così significativa fanno della sua gente un popolo ricco di sfumature, di tradizioni e di abitudini diverse.
Il viaggio che toccherà le capitali di due importanti paesi, ricchi di storia e di tradizioni non mancherà di emozionarci. L’immagine di queste due città, molto diverse, è per certi aspetti simile. Entrambe sono attraversate da fiumi importanti quali il Danubio e la Moldava e sono dominate da un cuore antico fondato su una collina-fortezza. Ma mentre Budapest è segnata dai due precisi caratteri Buda nobile e antica e Pest moderna e intraprendente, a Praga respira un'unica grande anima che si nutre della sua stessa storia
E’ difficile descrivere o raccontare la Sicilia in poche righe, poiché il viaggio che il pennino propone è vario come la terra che visiteremo, forse una delle più ricche e fervide di sfumature, in cui convive la maestosità della Magna Grecia e l’eclettismo del Barocco, un mare limpido e trasparente e un vulcano che erutta lingue di fuoco. Non si può rimanere insensibili a questa terra dai mille volti che parafrasando un titolo di un suo celebre figlio Luigi Pirandello si potrebbe definire “Una, nessuna e centomila”, perché infiniti sono gli angoli incantevoli, i volti senza tempo della gente, i paesaggi mozzafiato, le emozioni, le suggestioni e anche le delusioni e lo sconcerto. Le contraddizioni e le similitudini di questa terra la rendono unica e inafferrabile, più la si conosce e più ci sfugge e ogni volta che la si lascia lo si fa a malincuore ripromettendosi di tornare al più presto.
Il viaggio in terra di Castiglia e Leòn è come un proseguimento ideale alla visita dell’Andalusia. Questa regione dalle mille espressioni cristiane è la risposta alla civiltà islamica che aveva fatto propri i territori del sud. Le sue città traboccano di edifici sacri, si sviluppano numerose le chiese romaniche dando vita a incredibili capolavori, il gotico fiorisce offrendo splendide cattedrali che nulla hanno a che invidiare a quelle francesi. La regione si ritrova ad essere il centro del Cammino di Santiago, il pellegrinaggio più importante del Medioevo che ha lasciato nel nord del paese notevoli testimonianze di fede. Forse potremo parlare della Castiglia e Leòn come il cuore della civiltà spagnola medievale quella che incarna lo spirito severo e combattivo dei nobili, la fierezza di un popolo che ha rivendicato le sue origini e le sue tradizioni. Nelle silenziose campagne castigliane si incontrano ancora antichi borghi e isolati monasteri che mantengono intatto da secoli lo stesso fascino. Ma la Castiglia deve il suo nome ai numerosi castelli che la caratterizzano, creati per ottenere un perfetto assetto difensivo. Quello però che ne fa una terra meravigliosa sono le sue splendide città Burgos, Leòn, Salamanca, Segovia, Avila, forse simili tra loro, ma ognuna caratteristica per le proprie opere d’arte e per il modo di vivere. In questa regione della Spagna infatti vi è il più alto numero di monumenti ritenuti patrimonio dell’Umanità e protetti dall’Unesco.
Raccontare la Giordania e riassumere in poche righe una terra di tali sfumature è impossibile; corridoio naturale tra il Mediterraneo e la Mesopotamia, vede nascere nella sua florida terra civiltà diverse, che lasciano ciascuna tracce meravigliose; forse in nessun altro paese le testimonianze della sua storia convivono tanto mirabilmente. Le maggiori opere risalgono all’epoca romana che qui esplodono in un tale splendore da lasciare senza fiato, Jarash, l’antica Gerasa, un sito immenso e maestoso, sconcerta il visitatore che non si aspetta la vista di templi, piazze e teatri di rara bellezza. Petra, luogo di indiscutibile fascino, celebre per le sue spettacolari tombe scavate nella rosea arenaria alle quale si accede da un suggestivo canyon. Ma non sono da meno i castelli Omayyadi splendide fortezze costruite sia per la difesa che per il diletto dei califfi. Le testimonianze cristiane, tra le più antiche lasciano nelle chiese magnifici mosaici tra i migliori conservati dell’antichità. Ma forse lo spettacolo più intenso la Giordania lo offre con la sua natura che si apre a paesaggi intensi quando si vede un tramonto sul deserto che diventa rosso, o sul monte Nebo, dove la tradizione vuole che Mosè vide la Terra promessa prima di morire, o ancora a Wadi Rum, la “valle della luna” in cui uno scenario di inaudita bellezza ci offre alte montagne, canyon e distese sabbiose. Un viaggio intenso che lascerà in noi il ricordo struggente di una terra bellissima.
Scoprire il fascino di questo paese è forse una delle esperienze più toccanti; terra arcaica, in cui imponenti civiltà hanno creato la storia dell’uomo, rimane fedele a sé stessa, immutata nei suoi panorami mozzafiato e nella sua gente cordiale e ospitale. Qui sono passati i patriarchi biblici quali Abramo, si sono succeduti i domini assiri, babilonesi, greci, romani e arabi, figure come Nabuccodonosor, Ciro il grande, Alessandro Magno, Antonio e Cleopatra, Zenobia e Saladino hanno vissuto nelle splendide città, i cui ruderi ancora affascinanti e trasudanti di vita, sono conservati perfettamente. Sarà facile passare dal silenzio del deserto ai vivacissimi suq, dalle città colorate e brulicanti di vita a quelle sinistre e spettrali chiamate “dei morti”. Steppe pietrose e deserti rossi faranno da sfondo ad antiche città quali Palmira, antichi monasteri nascosti tra le gole rocciose ci testimonieranno il fervore del cristianesimo nascente, splendide moschee dalle meravigliose decorazioni e dai magnifici giardini ci introdurranno alla civiltà araba. Un paese con i suoi mille volti tutti da scoprire e da ammirare. Un viaggio nella storia dell’uomo che rimarrà per sempre indelebile dentro di noi.
L’Olanda non è grande, ma ogni metro di terra conquistato, strappato al mare è stato curato e coltivato rendendo così un piccolo paese un vero e proprio gioiello. Gli innumerevoli corsi d’acqua e canali consentono, ormai da secoli, agli Olandesi di vivere sotto al livello del mare. I mulini a vento, i tulipani, le fattorie con le mucche immagini un po’ stereotipate fanno parte di un panorama che però oggi è cambiato. Infatti l’Olanda è un paese all’avanguardia che lascia affascinati per come ha saputo coniugare i bisogni della società moderna con la sua storia. Convivono in questo paese architetture d’avanguardia e monumenti storici, grandi strutture industriali e campagne coltivate con fiori coloratissimi, città moderne ed efficienti e borghi medievali intatti. Il nostro viaggio toccherà le tre principali città: Amsterdam, simbolo del paese, vivace, sempre in continua evoluzione eppure legata indissolubilmente alla tradizione. Attraverso gli edifici che si affacciano sui canali si può ripercorrere la storia di un impero mercantile che importava ogni tipo di mercanzia giunta da tutto il mondo. Rotterdam,modernissimo centro che vive in funzione del suo enorme porto organizzato capillarmente per stoccare e smerciare qualunque cosa. Infine L’Aia, capitale sede del potere politico e residenza reale, città elegante e tranquilla, si distacca dalle altre per questo suo stile aristocratico e raffinato. Oltre alle diverse città l’Olanda offre caratteristici paesaggi come quelli di Kinderdijk con i suoi storici mulini a vento, oppure le coste ricche di deliziosi borghi come Volendam o Marken con splendidi scorci costellati di fari e di piccole casette lungo il mare. Inoltre cittadine come Deft, celebre per le sue porcellane, o Utrecht, dal delizioso centro storico, trasferiscono il viaggiatore in luoghi che rimangono immutati nel tempo e per questo estremamente affascinanti ed emozionanti.
Nell’estrema punta occidentale della Sicilia, una splendida terra affascina il visitatore. Luoghi mozzafiato e una millenaria tradizione d’ospitalità regalano giorni indimenticabili. Il nostro viaggio si muoverà attraverso la provincia di Trapani, la città tra i due mari, un territorio non vasto, ma ricco di una storia che ha lasciato indelebili tracce per tremila anni. Un viaggio vario che ci porterà a conoscere la civiltà fenicia rintracciabile a Mozia, la piccola isola raggiungibile un tempo a piedi. Spettacolare sito in cui i reperti archeologici e i pregiati vigneti grillo si specchiano nel mare. Troveremo le testimonianze della cultura greca attraverso i templi dorici d’ineguagliata bellezza di Segesta e Selinunte, l’una racchiusa tra dolci colline, l’altra adagiata sull’azzurro intenso del mare. A Mazara del Vallo ammireremo il Satiro danzante, statua bronzea di recente scoperta, attribuita allo scultore greco Prassitele. Il medioevo ci lascia la sua testimonianza più bella a Erice, in cima al Monte San Giuliano, in silenzio tra le nubi ci appare un’incantevole cittadina, in cui piazzette e sinuosi vicoli la fanno da padrone, dall’alto della sua rupe si domina tutta la regione con panorami davvero notevoli. La dominazione araba traspare a Mazara del Vallo qui, infatti, nell’827 partì la conquista dell’isola da parte di Ibn al Furat. La struttura dei tortuosi vicoli, le architetture arabeggianti e la chiesa di San Niccolò Regale ne suggeriscono l’origine; così pure le cupole della chiesa della Trinità di Delia a Castelvetrano unica nel suo genere che conserva ancora un antico cimitero privato. Il ricco barocco sarà protagonista a Trapani, dove sontuosi palazzi patrizi e chiese cariche d’arredi fanno da fondale alla tradizionale processione dei Misteri della settimana Santa, in cui sfilano per la città venti gruppi scultorei rappresentanti la passione. La storia più recente la rammenteremo a Marsala in cui sono raccolti i cimeli dello sbarco garibaldino.
Tra il mar Mediterraneo e l’oceano Atlantico, tra le catene dell’Atlante e il deserto del Sahara si leva il Marocco, terra in cui la Natura ha lasciato completamente libera la sua immaginazione. Il Marocco è forse l’unico paese al mondo in cui montagne imbiancate e paesaggi di tipo alpino lasciano lentamente il passo alle dune di sabbia dorata del deserto, le foreste lussureggianti terminano in lunghe spiagge lambite da acque cristalline. Ma anche la mano dell’uomo non è stata da meno: splendide città imperiali scintillanti di architetture arabo-ispaniche, casbah dai mille colori e dai mille aromi in cui è piacevole perdersi, palazzi di fango che si ergono maestosi nel deserto, alti minareti che riecheggiano nell’ora della preghiera, il fascino di un paese dai molteplici aspetti che non può lasciare indifferenti. Il nostro viaggio toccherà le varie regioni del paese permettendo così di assaporarne tutte le sfaccettature. Si comincerà da Casablanca, cuore economico del paese, città elegante nei cui viali si sposano edifici Art Déco e Neo-Moreschi. Qui si decise di costruire nel 1980 la Moschea di Hassan II, un edificio tra i più grandiosi del mondo islamico interamente in stile moresco tradizionale, affacciato sull’Oceano Atlantico. Si proseguirà alla volta delle città imperiali: Rabat, Meknès e Fès. Impossibile raccontare in poche righe lo splendore delle antiche medine, dei vicoli dipinti, dei palazzi imperiali interamente coperti di maioliche, delle ricche dimore con ballatoi e balconi in legno intagliato come trine leggere, dei cortili, degli hammam, delle moschee in cui trionfano all’interno decorazioni in stucco dipinto e soffitti in legno dorato. L’itinerario ci porterà a Volubilis, l’antica città romana, che conserva intatti numerosissimi pavimenti a mosaico dai fantasiosi disegni. Attraversando il Medio Atlante, arriveremo a Erfoud, la porta del deserto, in questo punto del paese il territorio cambia totalmente, qui sorgono particolari città come Ouarzazate, costruite con mattoni di fango: palazzi e mura hanno lo stesso colore della sabbia del deserto. Marrakesh sarà l’ultima meta, la perla del sud, famosa è soprattutto la sua piazza Djemaa el-Fna che la sera si anima del mercato più spettacolare del mondo.
Al centro del Mediterraneo, nel punto d’incontro tra Oriente e Occidente, questa antica città emana un fascino profondo. A tratti esotica e a tratti nordica si presenta come una città dalle tinte forti, dai drammatici contrasti, fondendosi in un insieme irripetibile di culture. Araba, normanna, francese, spagnola, Palermo dispensa in modo solare e abbagliante i suoi straordinari tesori conservati nei secoli con aristocratico pudore. Grandiosi palazzi nobiliari, splendide cattedrali, arabeggianti chiesette, sommessi chiostri normanni o ancora squarci gotici, sfolgoranti apparizioni barocche, perle liberty e candide armonie neoclassiche.
Una grande metropoli, un luogo di memoria collettiva, un museo di architettura ed arte a cielo aperto, una scommessa vinta con la Storia. Un viaggio dedicato a chi crede che l’architettura possa esprimere, come e meglio delle altre forme di arte, il linguaggio di un rinnovamento che fa della memoria storica il suo punto di forza, la ragione profonda e il sentimento poetico, la speranza e la sfida futura. Il vetro e l’acciaio, brandelli di un muro che hanno segnato la nostra storia recente, i marmi dell’Ara di Pergamo, le quasi tremila stele di cemento dell’emozionante e incredibile Memoriale dell’Olocausto: tutto questo è Berlino. Pochi altri luoghi al mondo riescono come Berlino a farti sentire a casa, a dispetto di una lingua e di un clima così lontani da noi, perché qui più che altrove ci si sente davvero cittadini d’Europa.
Il viaggio in Uzbekhistan è certamente inusuale e fuori dai grandi circuiti turistici. Giovane repubblica presidenziale, dichiarata e riconosciuta nel 1991, era parte in precedenza dell’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche. Ma la storia recente è ben poca rispetto alla plurimillenaria di questa terra che ha visto attraversare il suo territorio da uomini come Alessandro Magno e Gengis Khan. È il paese più ricco di storia fra tutte le repubbliche dell’Asia centrale. Deve il suo sviluppo al percorso dell’antica “Via della Seta” ossia il lungo cammino che univa la Cina all’Occidente, percorso delle carovane, ricche di materie pregiate quali in prevalenza la seta, che arrivavano in Europa. Ma non solo la seta era materia di scambio, oro, pietre preziose, spezie, e non meno importanti tappeti, di cui alcuni disegni portano il nome della città di Bukhara. La tradizione artigianale è tutt’oggi molto sviluppata e nel paese sono ancora lavorati questi manufatti tradizionali. Il patrimonio artistico di questo paese è veramente impressionante, i centri storici delle maggiori città sono ancora intatti nei loro splendidi monumenti. Gli stessi governi sovietici che costruirono le zone moderne con il loro tipico stile razionalista, rispettarono queste meraviglie, così come gli invasori del passato, e ci hanno oggi permesso di ammirare costruzioni monumentali incredibilmente ricche, ornate da meravigliose maioliche colorate, dalle forme differenti, opere che sono state annoverate nel patrimonio mondiale UNESCO. Sicuramente visitare Khiva, Bukhara, Samarcanda evoca un’epoca lontana di caravanserragli, carovane, tappeti, mercanti di ogni paese in un tripudio di popolazioni e lingue, un sogno lungo migliaia di anni che tuttora accende incredibili fantasie.
La visita proposta da il penino per le vacanze di Pasqua è un viaggio fantastico e fiabesco nell’universo festoso, elegante e raffinato della nobiltà veneziana del cinquecento. Si divertivano così i nobili veneziani facendo costruire, da architetti geniali e fantasiosi, celebri ville; con la duplice funzione di residenze suburbane, collegate ai piaceri e agli ozi della villeggiatura, e grandi aziende agricole amministrate direttamente dai signori, che in tal modo sostituivano le fatiche e i rischi del commercio con le solide fortune fondiarie. Ecco allora che i Barbaro, i Foscari o gli Almerico, trovavano nell’architettura del giovane Andrea Palladio un’invenzione unica, d’ispirazione classica, assolutamente originale e in seguito imitata in tutto il mondo, una villa che legava indissolubilmente le esigenze estetiche a quelle funzionali. Ne abbiamo scelte quattro, le più belle, le “perle” del Veneto, le quali oltre la genialità architettonica conservano, quale scrigno prezioso, raffinate decorazioni ad affresco, che videro misurarsi negli anni celebri pittori come Paolo Veronese o Giambattista Tiepolo. A completamento di questo orizzonte culturale visiteremo Vicenza; la città, che più di ogni altra, manifestava orgogliosamente il proprio essere attraverso il linguaggio e le ambizioni dell’architettura palladiana, focalizzate nella Basilica, nella Loggia del capitano e nel mirabolante e fascinoso Teatro Olimpico.
Un viaggio in terra di Fiandra è un itinerario da intenditori, per chi è alla ricerca di una cultura, quella fiamminga, raffinata nei modi e cortese nelle cadenze, espressione di un gusto squisito, immortalato sulle tele di maestri indiscussi del calibro di Bruegel, Rubens e Van Dych. L’anima fiamminga va cercata nei piccoli dettagli, come il volto gioviale di un oste di locanda o la laboriosità di una ricamatrice, in paesaggi verdi e rassicuranti, nell’indomito orgoglio “flamande”, in piccoli centri ricchi di capolavori o in malinconiche spiagge affacciate sul mare del Nord. Un viaggio in terre lontane, intime e segrete, che tra reminescenze di pregevoli Libri d’Ore miniati e oreficerie di rara bellezza, ci porterà a scoprire i “sinjoren” come venivano chiamati, nel XVI e XVII secolo, gli abitanti di queste terre per il loro raffinato stile di vita; e ci farà stupire di come il tempo si sia fermato, rimasto impresso a fuoco nel codice genetico tramandato di secolo in secolo, con tutte le sue bellezze e con tutti i suoi contrasti. Uno strano gioco di luci e ombre, giovialità e mistero, regalità e semplicità, allegria chiassosa e austerità monacale.
La Scozia è una regione affascinante in cui le antiche tradizioni sono radicate e l’identità di popolo, separato e distinto da quello inglese, è molto sentita. I clan, le famiglie nobili, sottolineano la loro appartenenza a questa terra indossando il loro costume tradizionale il kilt, una gonna plissettata a quadri, i cui colori ricordano quelli della propria famiglia, e le cerimonie sono accompagnate dal suono della cornamusa, lo strumento simbolo della regione. Campi di colore verde brillante punteggiati da pecore al pascolo, montagne ricoperte di edera purpurea, laghi e fiordi color piombo che riflettono la cupa tonalità del cielo, brughiera incolta, brusio del vento e canti di gabbiani lasciano nel visitatore una strana inquietudine legata però ad una struggente bellezza da cui si è sopraffatti e stregati. In mezzo a questa natura, in gran parte ancora selvaggia, i Castelli della Scozia raccontano la storia di una terra attraversata nei secoli da fermenti non ancora sopiti, un cammino lungo e periglioso dalle prime torri di difesa circondate da mura e bastioni, alle ricche e nobili residenze vittoriane. Una linea immaginaria unisce tra loro gli oltre milleduecento castelli, per la loro difesa o per la loro conquista si sono battuti per secoli uomini leggendari. Ripercorrere questi luoghi dai paesaggi incredibilmente belli, attraversare questa terra così particolare sarà un’esperienza unica, personale e interiore.
Quando si sbarca su quest’isola la prima cosa che colpisce è il mare limpido, cristallino, dalle mille sfumature di colore, ma la Sardegna va ben oltre l’immagine di un luogo di vacanza. Terra di millenaria cultura, va scoperta pian piano assaporando quello che viene concesso da un mondo schivo e riservato che si mostra a poco a poco. Oltre la costa e una splendida macchia mediterranea, l’entroterra ci offre luoghi affascinanti in cui si trovano resti di antiche culture che ancora molto hanno da dirci, come l’enigmatica civiltà nuragica o le prime civiltà mediterranee quali la fenicia, la punica e infine la romana che ci hanno regalato notevoli siti archeologici. La Storia sarda è poi costellata di domini toscani che hanno lasciato bellissime chiesette romaniche a raccontare storie e tradizioni ancora radicate. E infine la dominazione spagnola che ha portato una forte contaminazione culturale, tanto che alcuni borghi conservano l’aspetto dei paesini iberici. A questa cultura così versatile si aggiungono ricche tradizioni artigianali ancora tutelate, come la lavorazione di tessuti, coltelli, cesti e oro, caratterizzate da tratti tipici e diversi da zona a zona. Un viaggio alla scoperta di una terra affascinante e di incredibili suggestioni.
2-6 Gennaio 2012
MALTA
Un sogno in mezzo al mare
Perchè andare a Malta? Una piccola isola che lega indissolubilmente il suo nome ai cavalieri omonimi, vicina a noi quasi a farne parte, ma lontana nelle tradizioni. Un posto antico, polveroso, legato ad antiche tradizioni, di cui in realtà si sa poco, e proprio per questo è interessante scoprire Malta, perchè in questi pochi chilometri quadrati di terra al centro del Mediterraneo si scoprirà un mondo a sé, un popolo moderno, al passo coi tempi, ma che resta attaccato alle sue radici. Un mondo in cui convivono serenamente retaggi nordeuropei e abitudini arabe, in cui la lingua è prevalentemente composta da parole arabe, ma si scrive con caratteri latini. Cattolicissima Malta, ricca di tradizioni religiose, ma in maltese Dio si dice Alla. L’isola dalle mille sfaccettature, ricca di una storia plurimillenaria tra le più attraenti, che affonda le sue radici in remote civiltà che lasciarono affascinanti tracce nei siti megalitici, rimasti a testimoniare antichi riti. Molti popoli si sono affacciati su questo lembo di terra, Fenici, Punici, Romani, Arabi, Normanni e Spagnoli, qui sono passati anche uomini importanti, da san Paolo che vi naufragò, a Caravaggio che fu accolto dal suo esilio romano. Nel 1964 Malta ha acquisito la sua indipendenza dal Regno Unito e da quel momento tutto il suo popolo ha lavorato per emanciparla e trasformarla in un paradiso al centro del Mediterraneo.
L’Occidente ha sempre guardato alla Turchia come a un luogo di irresistibile seduzione; le due anime che si incontrano in questa terra a cavallo di due mondi, ne fanno un paese che se da una parte guarda all’Occidente, come non dimenticare che il paese preme per entrare nell’U.E., dall’altra custodisce gelosamente soprattutto nel quotidiano le tradizioni legate all’Oriente. Il primo viaggio in Turchia è un puzzle di stupefacenti scoperte, che spesso si trasforma in un irresistibile invito a tornare. Come descrivere in poche righe le atmosfere di Istambul, la sua bellezza sensuale e opulenta, le rive del Bosforo, le cupole dorate, i minareti, gli hamam, ma anche gli odori, i colori dei suoi bazar,una città splendida da vivere e assaporare. Ma la Turchia terra di millenarie civiltà non è solo Istambul, si lascierà scoprire attraverso la visita dei suoi luoghi magici, come i camini delle fate in Cappadocia, le rovine di Aspendos con il magnifico teatro o Efeso, città tra le più importanti dell’antichità. Qui furono personaggi fondamentali per molte religioni; qui terminarono la loro vita Maria, madre di Gesù, e l’apostolo Giovanni, qui predicò Paolo di Tarso, e qui Mawlanâ fondò l’ordine dei dervisci danzanti. Un viaggio in Turchia non lascia indifferenti è un emozione che rimane dentro per sempre.
Non è retorica dire che Venezia è una città unica al mondo! Non solo la sua natura acquatica la rende tale, ma soprattutto l’inviolata storia, gli antichi e raffinati edifici, opere d’arte a cielo aperto, che sono rimasti da secoli non toccati dal progresso. Ed è proprio la mancanza di un tangibile progresso, nascosto con accortezza all’interno degli edifici che affascina milioni di persone a cui Venezia offre una realtà inimitabile, un’atmosfera straordinaria, un respiro ampio e profondo che vanno scoperti e assaporati adagio, passo dopo passo inoltrandosi e perdendosi tra calli, campielli e fondamenta e immaginare infine che siano le stesse attraversate per secoli dai personaggi che l’hanno abitata, vissuta e amata. Un viaggio a Venezia è sempre un’esperienza dell’anima, è un sentire, vedere che non basta mai, una commozione che si rinnova ogni volta, e lei Venezia, come una gran dama, allo stesso tempo arrogante e beffarda ma infinitamente bella e modesta, si concede volentieri ai nostri sensi regalandoci emozioni.
Uno straordinario viaggio nell’India più autentica e intensa, nella “Terra dei Re” come vuole la traduzione letterale di Rajasthan, o come la definiscono altri “il paese delle fiabe colorate”, alla scoperta del valore semplice e puro dell’esistenza, tra incantati palazzi rosa, immense fortezze, templi dalla profonda spiritualità, pittoresche feste dominate da elefanti policromi e folle genuine dai turbanti e dai sari multicolori, meravigliosi capolavori artigianali, tramonti infuocati, fiumi sacri e silenti sabbie del deserto.
Parigi, la “ville des lumières”, città magica, di grande fascino, non basta una volta per assaporarne il gusto, per svelarne il fascino che emana da ogni suo angolo! Rivedere Parigi, passeggiare lungo i grandi boulevards, navigare la Senna, visitarne i musei e i monumenti, ma anche curiosare tra le stradine del centro o della caratteristica Montmartre è un emozione continua, un immergersi in una delle città più belle del mondo. Tutto sembra scontato e da turisti: mangiare una baguette o un croissant, visitare il Louvre, prendere il bateau-mouche, non è così, è solo vivendo questa città con i suoi luoghi comuni, ma anche con le sorprese che riserva continuamente, che ci si rende conto di quanto più vi si trascorre tempo più ci si vuole rimanere, è un teorema ineluttabile! Ma questa volta Parigi farà anche da importante quinta a un viaggio incentrato su un aspetto di questa regione francese che nei secoli XII e XIII ha dato vita al meraviglioso spettacolo della costruzione delle più imponenti cattedrali gotiche francesi. L’itinerario si snoderà tra la visita di queste chiese e la stessa Parigi. Si visiteranno Chartres, Reims, Laon, Beauvais, Amiens così da poter evidenziare un percorso evolutivo dello stile artistico che si concluderà nella cattedrale di Notre Dame, e nella Sainte Chapelle, famosa per le sue vetrate. Cercheremo di capire tutti i motivi che hanno portato alla costruzione di enormi edifici dalle svettanti forme verso il cielo, ricchi di guglie, pinnacoli, rosoni, sculture sacre e profane, meravigliose foreste di elementi architettonici e scultorei che ne fanno dei capolavori di pietra. L’ariosità esterna si riflette all’interno dove coloratissime vetrate riflettono colori ballerini su navate e pilastri, mentre come secolari alberi di pietra piloni dagli innumerevoli cordoli si ramificano fino alle volte espandendosi in larghi ventagli.
Elegante, raffinata e nobile, tre aggettivi che definiscono Vienna. Città armoniosa in cui si coniugano antico e moderno, gotico e barocco, neoclassico e storicismo, secessionismo e contemporaneo, che trovano una ideale sintesi tra il Duomo di Santo Stefano e la Haas-haus sul Graben. L’impronta asburgica è quella più conosciuta, grazie alla popolare imperatrice Sissi che lascia un profondo segno nella residenza di Hofburg. Ma Vienna è anche la città della musica per eccellenza, grandi e piccoli teatri sono in funzione tutto l’anno proponendo sempre spettacoli di ottimo livello, ma non è difficile trovare per le strade o nei caffè orchestrine che allietano avventori e passanti con melodie famosissime. Proprio i caffè sono una caratteristica cittadina dove ogni incontro è addolcito dai ghiotti dolci tradizionali, tra i più famosi la sacher torte o lo strudel. Passeggiare a Vienna vuol dire scoprire e respirare il fascino della mitteleuropa, l’unione di realtà diverse, unite un tempo sotto l’Impero Asburgico, che rendono seduttiva e di charme una città all’avanguardia, rispettosa delle proprie tradizioni e della propria storia.
La prima parte del viaggio si svolgerà in Tessaglia sui monasteri delle Meteore. Nella regione sopra Kalampaka sorgono, sospese a mezz’aria su alte rupi in arenaria, le Meteore che sono il simbolo della civiltà religiosa bizantina, un luogo emblematico della vertiginosa ascesi spirituale degli eremiti. Sulla scia di Barnaba, il primo monaco che vi si trasferì nel X secolo, i monasteri rupestri sono uno degli incontri che più suscitano stupore nei viaggiatori. Uno scenario suggestivo fatto di enormi torrioni cilindrici forgiati dal vento, sulla cui cima si elevano piccole città spirituali senza incombenza espansiva, quasi staccandosi in volo in attesa di una avvolgente “trasfigurazione”. Si proseguirà quindi verso Salonicco, che racconta una Grecia diversa e inattesa, un cocktail di Ellade classica, memorie bizantine, profumi balcanici, speziati lieviti ottomani ed ebraici. Thessaloniki in greco, la favolosa Tessalonica dell’antichità, acquisì una grande importanza in epoca romana, quando era attraversata dalla via Egnatia, che univa Durazzo sull’Adriatico a Costantinopoli sull’Ellesponto. La città ha un anima molteplice di assonanze e memorie, un’orditura di attimi inafferrabili e simboli che si palesano nell’epica superba dei monumenti e dei segni culturali, nell’intrico di suggestioni e sapori. La trama urbana è costellata di tracce archeologiche, chiese bizantine e il profumo del mare che preponderante irrora di caldi riflessi ogni dove. Non lontano da Salonicco due tra i più importanti siti archeologici greci coroneranno il nostro viaggio. Entrambi legati alla figura di Alessandro Magno: Vergina, città macedone, famosa per avere restituito al mondo il favoloso corredo funebre di Filippo II, padre di Alessandro, e Pella, città natale di Alessandro, importante per la grandissima collezione di mosaici pavimentali.
La capitale catalana pur dovendo la sua fama a una vita sociale animatissima, che si svolge in un’infinità di locali ricchi di colore e di fascino, è anche una delle città più antiche della Spagna, venne infatti fondata dai Fenici e colonizzata dai Romani, e città all’avanguardia sempre pronta ad accogliere le nuove tendenze, patria di Gaudì, che qui si è notevolmente espresso con le sue eclettiche creazioni, fino a Calatrava che ha realizzato la particolarissima antenna sul Montjuic. Una città quindi che riserva ai viaggiatori più accorti notevoli sorprese, come il “Barrio gotico”, l’antico centro medievale, che mantiene intatta la sua struttura urbanistica formata da vicoli e piazzette, ed è sicuramente il più caratteristico quartiere della città, ricco di antichi palazzi, chiese romaniche e gotiche, botteghe artigiane e antiquari, che mantengono quel sapore di un passato ancora radicato. Nel suo centro troneggia la Cattedrale, altissima espressione del gotico catalano, e accanto ad essa, avvolti in un’unica costruzione, la plaça del Rei e il Palau Reial Major, sede dei re catalani, a formare uno dei luoghi più suggestivi della città. Sono interessantissimi i sotterranei dove è stato riportato alla luce tutto il sistema viario e i vari edifici di epoca romana. Lasciando il centro storico, nell’immediato circondario ci si imbatte in una Barcellona elegante, sui cui grandi viali si affacciano raffinati e signorili palazzi; è qui che si nascondono le magnifiche case di Gaudì, un inimmaginabile intreccio di stili realizzato con genialità, arguzia e con una fantastica visione della vita! È questo il filo conduttore che ci guiderà alla scoperta di Barcellona, il seguire questo incredibile artista e le sue fantasiose creazioni. Ci stupiranno la Casa Batlò, dalle forme improbabili, la Sagrada Familia, dal lungo travaglio costruttivo e il Parc Guell dalla visione quasi onirica; un viaggio quindi tra antico e moderno, tra passato e futuro nell’armonica fusione di una città incredibile!
Lo straordinario fascino di un antico territorio del Sudest asiatico, che dai monti himalaiani digrada verso l’Oceano Indiano, e la toccante saggezza, fierezza e ospitalità di un popolo la cui povertà e sofferenza convive da sempre con una sorridente serenità. Mirabili rovine di antiche regge disseminate nella foresta, statue ricoperte di sottilissime foglie d’oro, templi dalle cupole brillanti, stupa dorati, miriadi di palme ondeggianti che nascondono villaggi di pescatori lambiti da acque blu cobalto, montagne, pinete e piantagioni. Questo è Myanmar, un equilibrio incantato tra natura incontaminata e opere sviluppate nei secoli dalla mano operosa dell’uomo; una terra che affonda le radici nell’intensa religiosità e spiritualità di un popolo semplice, ricca di cultura e arte, la cui magia è in un’atmosfera sospesa e illuminata, che toccherà profondamente l’animo del viaggiatore aperto e consapevole
Un viaggio in Terrasanta può avere molti significati, certamente l’aspetto religioso è tra i più importanti, tutta la vita di Cristo si è svolta in questo lembo di terra, e ripercorrerne il cammino è per un cristiano, sicuramente, una delle esperienze più toccanti che ci siano. Ma tralasciando per un attimo l’aspetto religioso, la terra di Israele è una delle più ricche di avvenimenti storici, e visitarne il territorio vuol dire scoprire anche importantissimi siti archeologici, quali per esempio Masada, ultimo baluardo del popolo ebraico contro l’avanzata romana; o il suggestivo Qumran, famoso per i il ritrovamento dei rotoli, importantissimi per gli studi biblici. Visitare Israele vuol dire soprattutto scoprire il popolo ebraico che, esule, ha saputo in pochi anni creare uno stato dal niente, vuol dire confrontarsi con la modernità di Tel Aviv e l’antichità di Gerusalemme. Ma un viaggio in Israele è anche prendere coscienza di una realtà unica dove convive la guerra sociale e l’odio razziale, dove ebrei, palestinesi, ma anche cattolici, ortodossi, armeni cercano di convivere pacificamente, ma non sempre ci riescono e il risultato di questa convivenza forzata è Gerusalemme, la città delle contraddizioni. Il fascino di Gerusalemme è dato dalla presenza di tutte e tre le religioni monoteiste, dal fatto che questa città sia sacra per ciascuna delle tre, e ognuna vuole ribadirne quasi la proprietà, o comunque la supremazia sulle altre. Tra straordinari monumenti dettati dalla fede si snodano le varie appartenenze religiose, e ciascuna vive il suo credo rispettando a suo modo, fors’anche tollerando, gli altri. Non è facile vivere qui, ma è il centro della religiosità, e religiosi o no, bisogna ammettere che la storia della moderna civiltà comincia qui, con il messaggio rivoluzionario di questo uomo chiamato Cristo.
Madrid, città moderna e simbolo di rinnovamento, gioca seducendo i visitatori che trovano una metropoli all’avanguardia e al passo coi tempi, ma anche tradizionalista e conservatrice. Madrid non ha angoli mozzafiato, monumenti eclatanti, tuttavia è l’insieme che avvolge e incuriosisce; il preponderante barocco, i grandi viali caotici e rumorosi, i vicoli con vecchie cantine e venditori di pesce fritto. Tutto concorre a farne un centro ricco e vivace, con una considerevole vita culturale fatta di artisti d’avanguardia che guardano però al suo straordinario passato, agli eccezionali maestri che qui hanno lasciato ingenti testimonianze. Teatro, cinema, pittura, ma anche caffè letterari, aperitivi, tapas, si mescolano rendendo unica questa incredibile città tutta da scoprire. Non molto distante sorge Toledo, l’opposto di Madrid, dove la storia fa da padrona; il suo arroccarsi su una collina circondata dal fiume, il mantenere il carattere arabeggiante, la cattedrale capolavoro d’arte medievale, la rendono senza dubbio un sito dove tutta la storia spagnola è custodita. Una leggenda vuole che Toledo sia stata fondata da Adamo, cacciato dal Paradiso, e la città sembra voler ricordare tutto sin dal principio.
Meta del nostro viaggio d’Agosto sarà un lembo d’Inghilterra sorprendentemente bello e dalla storia millenaria, la Cornovaglia. Questa Contea cerimoniale considerata territorio celtico e posta all’estremità della penisola sud-occidentale della Gran Bretagna, offre infatti innumerevoli motivi d’interesse. Regno di castelli, di splendidi e lussuosi manieri abitati per secoli da re, regine e duchi, di cattedrali gotiche e curatissimi giardini fioriti, è popolata da antichi villaggi di pescatori immutati nel tempo e rifugio per scrittori di successo; e bagnata per due terzi dal mare è caratterizzata da un paesaggio molto vario, con affascinanti scogliere, su cui s’infrangono le onde dell’oceano, panorami costieri mozzafiato, pascoli infiniti e brughiere spazzate dal vento.
Quello intorno alle Langhe è un viaggio diverso, altro, un viaggio in una terra bellissima fatta di dolci paesaggi collinari, città ricche di storia, castelli arroccati. Le Langhe però sono anche vini. Gli spettacolari vigneti, che seguono il sinuoso disegno della terra caratterizzando la zona e regalandoci vedute mozzafiato, ci donano vini tra i più prestigiosi d’Italia quali il Barolo, il Barbaresco, il Nebbiolo, il Dolcetto e molti altri. Sui colli più alti spiccano i manieri a controllo del territorio, tra i più interessanti Castel Roero e il Castello di Grinzane Cavour, appartenuto quest’ultimo a Camillo Benso, padre dell’unità d’Italia. Ma un viaggio intorno alle Langhe, terra partigiana, teatro di drammatiche vicende sullo sfondo della seconda guerra mondiale, non può non misurarsi con la Storia, mirabilmente raccontata da due grandi scrittori del ‘900, Cesare Pavese e Beppe Fenoglio. Seguendo le tracce di capolavori quali “La luna e i falò” e “Il partigiano Johnny” cercheremo di ripercorrere i tragici e dolorosi avvenimenti di quegli anni, in un toccante e intenso tributo a quei tempi terribili e agli uomini che hanno lottato per un mondo migliore. Dalle Langhe ci sposteremo verso Saluzzo dove gli stimoli della cultura si fondono alla dolcezza delle atmosfere, tra aulici profili di palazzi, angusti acciottolati che s’insinuano tra l’una e l’altra gloria architettonica, e ancora scalette che s’inerpicano ardite verso la “Castiglia”, e tutto un proliferare di fregi e affreschi, statue e balaustre, portali dal fine intarsio e insospettabili giardini interni.
Cipro, l’isola dell’amore, indelebilmente legata al culto della dea Venere, che qui, appena nata dalla spuma del mare e sospinta dai venti, approdò facendone la sua prediletta dimora. Un viaggio raffinato nel Mediterraneo orientale, su un’isola particolare e affascinante dallo stampo greco e dall’influenza turca, alla ricerca di una cultura millenaria; tra un mare cristallino con meravigliose spiagge sabbiose, all’atavica semplicità dell’entroterra, a contatto con una storia ricca di stimoli e tradizioni. Ci perderemo alla scoperta degli antichi castelli e delle fortificazioni crociate, saliremo sui monti Troodos, dove ombreggiate foreste custodiscono antichi monasteri bizantini finemente affrescati, visiteremo splendidi siti archeologici in cui meravigliosi mosaici la fanno da padrone, verremo in contatto con una natura rigogliosa di agrumeti che inebriano l’aria a pochi passi dal mare, con infiniti vigneti autoctoni, con boschi sacri e silenziose foreste di cedri e pini neri. È impossibile tuttavia dimenticare l’anacronistica separazione interna, che vede la capitale ancora divisa tra due Stati, l’unica rimasta in Europa dopo la caduta del muro di Berlino.
Domenica 23 – Domenica 30 agosto 2015
POLONIA. Tesori e suggestioni di un grande paese
Visitare la Polonia sarà una sorpresa per tutti, ci troveremo di fronte un paese dalle bellezze sconosciute e inaspettate, che ci conquisterà con la sua grande varietà di volti. In esso e nella sua lunga e complessa storia troveremo forti suggestioni, e testimonianze di un popolo indomito, dalla grandissima voglia di creare un nuovo futuro. Passeremo dalla modernità e vivacità della capitale Varsavia, all’antico spirito di città come Cracovia e Breslavia, ricche di tesori culturali, artistici e architettonici, dalla pace di paesaggi naturali ancora incontaminati, all’inquietudine dei campi di concentramento di Auschwitz e Birkenau, fino all’intensa spiritualità del santuario di Cszestochowa, testimone dell’incrollabile fede di un popolo molto religioso. Ma ciò che più sorprenderà sarà la stupenda dignità dei suoi abitanti vessati e sterminati, passati per i drammi dell’olocausto e per le ombre del totalitarismo, pur sapendo sempre trovare la volontà per rinascere e ricostruire una nazione, con grande serenità e forza d’animo; gente forte, ma anche allegra ed estremamente ospitale.
Figlia di una civiltà tra le più antiche del Mediterraneo, quella minoica, Creta ancora mantiene nell’immaginario collettivo quel fascino selvaggio a metà tra il terrore e l’orrore legato alla leggenda del Minotauro: terribile creatura metà toro e metà uomo affamato di carne umana! Antichi miti sono legati a questa terra affascinante, come quello di Icaro, simbolo non solo della ricerca di libertà, ma anche dell’osare, di andare oltre i limiti anche a costo della vita. Gli antichi miti riflettono l’animo della gente cretese, fiera e orgogliosa, popolo che rivendica il suo passato non sempre semplice. Proprio perché punto strategico per la navigazione tra Grecia, Egitto e Medio Oriente, Creta è stata sempre meta ambita in tutti i tempi dai Greci ai Romani, dai Bizantini ai Veneziani. Fu saccheggiata dai pirati e invasa dagli eserciti che la incrociavano in cerca di ricchezze, e di ogni passaggio si trovano tracce, infatti castelli con muri spessi e profondi fossati, monasteri e chiese a fianco di minareti e moschee, sono testimoni del passato turbolento di questo angolo di Grecia. Visitare Creta vuol dire immergersi nella storia, una storia cominciata circa 5000 anni fa e che cercheremo di ripercorrere in tutte le sue sfumature!
Giovedì 31 dicembre 2015 – Domenica 3 gennaio 2016
Salisburgo città ricca di storia e di cultura è nell’immaginario collettivo il luogo per eccellenza dove trascorrere la festa di San Silvestro, questo titolo meritatissimo l’ha conquistato negli anni, nei racconti e nei ricordi di coloro che hanno avuto la fortuna di visitarla e di perdersi nella sua atmosfera proprio l’ultimo dell’anno. La musica dal vivo, gli stand gastronomici ricchi di prelibatezze, le istallazioni luminose e artistiche, i mercatini di Natale, il suono delle campane e gli splendidi fuochi d’artificio sopra la Fortezza Hohensalzburg, rendono indimenticabile la notte di San Silvestro; il centro storico è trasformato in un palcoscenico all’aperto, dove si balla all’ombra di antichi edifici e dove è d’obbligo a mezzanotte ballare tutti insieme sulle note del Valzer del Danubio Blu. Ma Salisburgo è anche la città di Mozart e allora il primo giorno dell’anno il suo Miglio sonoro offre sempre vere e proprie delizie acustiche e passeggiando per il centro storico ancora sonnolento si potranno ascoltare allegre melodie di musica classica, nelle piazze dell’Università, della Residenza, del Municipio, nell’Alter Markt e nella Platzl.
L’autunno è la stagione più indicata per visitare il Monferrato, verde terra dai profili sinuosi, increspata da mille ordinati filari di vite che segnano a perdita d’occhio il paesaggio. Un paesaggio rasserenante, in perfetta armonia tra uomo e natura, dove i dolci rilievi di forme ondulate, coccolati dal sole e dalla foschia, ammaliano con il profumo di mosto e di tartufo, dove i giochi di colori s’incastrano come per mano di un artista, dove la luce che filtra a fatica avvolge i luoghi di spiritualità e poesia, dove rosseggiano mattoni, coppi e conci di generosi borghi turriti, arroccati tra crinali e pendii, e dove castelli e abbazie richiamano le turbinose vicende di un marchesato secolare. Ma il Monferrato non è solo raffinate combinazioni di luci, colori e profumi, il Monferrato è una forte vocazione alla viticultura, terra di corposi rossi, grande giardino dello spumante, il Monferrato è mille squisitezze, dalle carni pregiate, ai salumi, ai formaggi, alle nocciole e al miele, il Monferrato è un’arte che rispecchia l’indole composita di questa terra, dove spirito e materia diventano le due facce di un’unica fonte di bellezza, una bellezza che dev’essere scoperta adagio, religiosamente, come la virtù dei suoi grandi vini.
La Valle d’Aosta verdissima regione accattivante in tutte le stagioni sfoggia, nel periodo natalizio, la sua più autentica bellezza. Il Capodanno in Valle d’Aosta ha infatti il candore della neve, il colore delle fiabe, il profumo degli abeti, del vino caldo e delle spezie, e il calore del camino. Il viaggio immergerà in questo ambiente incantato, tra alcuni dei più conservati Castelli italiani, tra imponenti vestigia romane, e monumentali chiese affrescate, focalizzandosi su uno dei più amati mercatini natalizi d’Italia e la contagiosa allegria della grande festa dell’ultimo dell’anno, nel salotto buono di Aosta, piazza Chanoux, tra balli, canti e musica dal vivo.
Il Carnevale: “la festa dei folli”, giorni speciali in cui tutto è permesso, in cui si può fingere di essere qualcun altro, in cui “ogni scherzo vale”! L’antica festa, la cui origine si perde nella notte dei tempi, quest’anno proponiamo di trascorrerla a Viareggio, dove si svolge forse la più famosa, sicuramente la più ricca e raffinata, sfilata di carri allegorici.
In un paese grande e profondo come l’Iran esistono tanti “tempi diversi” che sorprendono, disorientano e confondono chi non conosce a fondo la sua incredibile storia. L’Iran è ancora quello della rivoluzione islamica voluta da Komeini, ma è anche qualcos’altro, più laico e aperto all’Occidente; alle donne non si può stringere la mano, ma le strade sono piene di ragazze truccate e disinvolte che ridono e chiacchierano a voce alta con i loro coetanei. La tradizione artigiana permane saldamente nei vecchi quartieri, nei bazar, nei bellissimi negozi di tappeti, famosi in tutto il mondo, ma il nuovo che avanza lo si respira nelle città, dove il traffico caotico, con fiumi di macchine che corrono per le strade e opere faraoniche con immensi e moderni palazzi le rendono del tutto simili a quelle occidentali. Terra di passaggio, attraversata dalla via della seta, in cui nel tempo carovane di ogni dove si sono avvicendate unendo l’Oriente all’Occidente, lasciandoci le tracce del loro cammino in città da mille e una notte, in cui enormi bazar, tuttora utilizzati, nascondevano merci di ogni tipo, continua la sua tradizione in chiave moderna con innumerevoli tir che ancora uniscono su strisce d’argento lontani continenti. Ma l’Iran è stato patria degli Achemenidi, del leggendario re Dario e di suo figlio Serse, fondatori dell’incredibile Persepoli, città di grande ricchezza e raffinatezza, i cui palazzi scolpiti e dalle forme più varie testimoniano una grande civiltà.
Luoghi meravigliosi, dove è il mare a farla da padrone, il colore intenso dei turchesi, degli azzurri e dei blu notte ci accompagneranno costantemente in questo itinerario alla scoperta del mito. La struggente bellezza e il fascino penetrante e quasi sfacciato di queste zone, l’uomo li subisce dalla notte dei tempi. Già Omero immagina gran parte del viaggio di Ulisse sulle coste sicule, e uno degli episodi più drammatici è proprio quello del passaggio tra i due mostri Scilla e Cariddi! Il viaggio si alternerà tra la visita delle città di Messina e Reggio Calabria, a incantevoli borghi quali Scilla, Lipari, Milazzo, a luoghi di antichi insediamenti quali Tindari, per poi soffermarci alla scoperta di tre delle isole Eolie, Lipari, Salina e Vulcano, non mancherà una visita speciale a uno dei capolavori di tutti i tempi: i Bronzi di Riace.
Un suggestivo viaggio nella Toscana più intima e segreta, che come dei pellegrini ci condurrà per un itinerario ascendente, un intrigante itinerario fisico che dal mare, dominato dalle pianure alluvionali, ci porterà in un alternarsi di dolci pendii ricoperti da boschi e campi coltivati su per le colline metallifere; dove antichi borghi in pietra, dominati da sagome di castelli e torri, conservano un fascino particolare presentandosi quali gioielli unici di architettura. Ma anche un itinerario spirituale che partendo dai resti di antiche civiltà ci condurrà, attraverso le turbolenze del Medioevo e le eleganze del Rinascimento, alla scoperta di come ancora oggi si possa vivere a contatto con una natura genuina, seguendo antiche usanze e tradizioni.
La Sassonia nel cuore dell’Europa centrale, al crocevia di grandi culture, dove nel Medioevo s’intersecavano le vie commerciali tra il Baltico e l’Adriatico, la Russia e le Fiandre, è terra di contrasti, regione descritta come “turbolento mare della terra”. La natura che spazia da aspre montagne, a ondulate colline e pianure, è percorsa da imponenti fiumi che disegnano armoniosi paesaggi, incorniciati dal bianco delle nuvole danzanti sul blu intenso del cielo. Governata per più di ottocento anni da un’unica famiglia reggente, i mangravi, duchi, principi elettori e re della dinastia Wettin, fu plasmata in modo sfarzoso dal loro senso artistico, soprattutto in epoca barocca, quando Augusto il Forte e suo figlio Federico Augusto chiamarono alla loro corte costruttori e artisti di grande fama.
Isola latina in un continente slavo la Romania è un paese tutto da esplorare, volto da una parte alla modernità dell’Occidente di cui ha sempre avvertito il fascino, e dall’altra alla Chiesa Ortodossa, di cui sembra subire il rigore, e per anni chiuso dietro il muro del totalitarismo, si rivelerà un paese ricco di storia e di arte, di incredibili paesaggi, di giardini curati e colorati, e di gustosi sapori. Abitato da un popolo ospitale e gentile, dalla mentalità bizantina e dal cuore europeo, al quale decenni di terribile dittatura non è riuscita a distruggere spirito, cultura e tradizioni, questo paese finalmente aperto al mondo, costituirà una piacevole scoperta e ci catturerà con la sua magia e con i suoi misteri.
Tornare a visitare Genova Nobile Repubblica Marinara dal fascino inconfondibile, tanto intricata e ambigua nei caruggi, quanto snob e raffinata nei palazzi del centro e nelle vie delle antiche famiglie, sarà questa volta ancora più interessante e costituirà un’occasione unica, in quanto in questo fine settimana autunnale la città verrà coinvolta in un’iniziativa inedita e imperdibile: i Rolli Days. I Palazzi dei Rolli, patrimonio dell’Unesco, non sono altro che le straordinarie e splendide residenze dell’aristocrazia genovese, dimore lussuosissime ed elegantemente decorate, che assunsero una peculiare funzione di rappresentanza attraverso l’iscrizione nei “Rolli”, i registri per l’ospitalità pubblica, e che essendo oggi di proprietà privata, per lo più di banche o Enti, saranno visitabili in un grande evento solo in questo fine settimana. Per partecipare all’evento noi saremo a Genova e ne approfitteremo anche per visitare altri luoghi suggestivi, poco conosciuti dal visitatore usuale, e completeremo così un soggiorno indimenticabile.
Un emozionante viaggio che porterà a scoprire alcune tra le più peculiari e suggestive regioni della Spagna del Nord, un lento itinerario che permetterà d’immergersi nell’anima più pura e incontaminata dell’hispanidad, luogo ideale per chi vorrà ritrovare i ritmi e le atmosfere di questo antico lembo di terra. Saragozza, capoluogo dell’Aragona terra di Francisco Goya, adagiata sulle rive del fiume Ebro, fu capitale nel Medioevo di una secolare civiltà moresca testimoniata da importanti monumenti in stile mudéjar, poi culla di uno dei due regni fondatori della Spagna moderna e baluardo dei primi Re cattolici. Pamplona per secoli al centro di un potente regno cristiano a cavallo dei Pirenei retto da dinastie francesi, pur sentendosi spagnola a tutti gli effetti risente e riflette le varie anime che vi hanno convissuto. Infine i Paesi Baschi, con i suoi nomi strani e la sua lingua che sa di mistero, con l’Ikurriña la bandiera rosso-bianco-verde che campeggia ovunque e i campi da gioco della pelota basca presenti in ogni villaggio, sono caratterizzati da una splendida fascia costiera affacciata sul golfo di Biscaglia, con spiagge e antichi porticcioli, e da un entroterra a volte ancora disabitato; terra di gente pugnace e decisa, come il loro santo Ignazio di Loyola fondatore dei Gesuiti, fu tra i principali protagonisti dell’espansione coloniale spagnola, da cui trasse i sapori del suo paradiso gastronomico, le sue particolari abitudini e il suo senso di libertà, rimarcato della spinta trasformistica della capitale Bilbao.
Raccontare la Giordania e riassumere in poche righe una terra di tali sfumature è impossibile; corridoio naturale tra il Mediterraneo e la Mesopotamia, vede nascere nella sua florida terra civiltà diverse, che lasciano ciascuna tracce meravigliose; forse in nessun altro paese le testimonianze della sua storia convivono tanto mirabilmente. Le maggiori opere risalgono all’epoca romana che qui esplodono in un tale splendore da lasciare senza fiato, Jerash, l’antica Gerasa, un sito immenso e maestoso, sconcerta il visitatore che non si aspetta la vista di templi, piazze e teatri di rara bellezza. Petra, luogo di indiscutibile fascino, celebre per le sue spettacolari tombe scavate nella rosea arenaria alle quali si accede da un suggestivo canyon. Ma non sono da meno i castelli Omayyadi splendide fortezze costruite sia per la difesa che per il diletto dei califfi. Le testimonianze cristiane, lasciano nelle chiese magnifici mosaici tra i migliori conservati dell’antichità. Ma forse lo spettacolo più intenso la Giordania lo offre con la sua natura che si apre a paesaggi intensi, quando si vede un tramonto sul deserto che diventa rosso, o sul monte Nebo, dove la tradizione vuole che Mosè vide la Terra promessa prima di morire, o ancora a Wadi Rum, la “valle della luna” in cui uno scenario di inaudita bellezza ci offre alte montagne, canyon e distese sabbiose. Un viaggio meraviglioso che lascerà in noi il ricordo struggente di una terra bellissima.
In questo fine settimana pre natalizio andremo alla scoperta di una cittadina, nota per la movida estiva, ma in realtà ricchissima di storia e di affascinanti vestigia che ne narrano lo svolgersi nei secoli. Era l’anno 268 a.C. quando i Romani, in una fase di grande espansione, fondarono la colonia di Ariminum, sull’omonimo fiume oggi Marecchia; la colonia padana avrebbe rappresentato un avamposto strategico per la conquista delle pianure nordiche, nodo di comunicazione tra Nord e Sud, qui infatti giungeva la via Flaminia e da qui partiva la via Emilia che conduceva a Piacenza.
Meta di questo fine settimana invernale sarà una Firenze inedita, se vogliamo meno conosciuta, ma proprio per questo ancora più affascinante, in un itinerario pensato per sorprendere chi crede di conoscerla e ammaliare chi decide di iniziare da qua per andare una prima volta. Questo viaggio si concentrerà sul volto nobile e raffinato, di una città che ebbe in mano tra il Cinquecento e il Seicento le sorti culturali ed economiche dell’Europa; città di raffinati signori, ricchi banchieri, spietati condottieri e colti intellettuali che fecero di queste strade il loro teatro di vita, popolandole di pregevoli dimore, alcune lussuose altre più discrete, ma tutte di grande fascino e ancora mirabilmente conservate.
Il tratto emiliano della storica Via Francigena, la strada più antica d’Europa quale collegamento diretto tra il Grande Nord e il Mediterraneo, sarà oggetto di questo inedito e suggestivo viaggio di marzo; un affascinante itinerario alla scoperta di un territorio alternativo, ricco di tesori nascosti immersi in riposanti paesaggi, segnato da chiese e pievi isolate, monasteri, antichi hospitali, castelli, e borghi murati, luoghi nei quali i pellegrini o romei facevano sosta durante il lungo e difficile cammino che li conduceva in Terrasanta.
Solo un sottile braccio di mare divide le spiagge dell’Italia dalle frastagliate coste della Dalmazia, terre e realtà a lungo unite per vicende storiche e artistiche comuni, ma anche aspramente divise dagli avvenimenti dolorosi e tragici del secolo scorso. Ora, con rinnovato interesse possiamo riscoprire con occhi nuovi, siti storici straordinari inseriti in un paesaggio marino e montano incontaminato, dominato dalla macchia mediterranea e circondato da un mare limpidissimo, dove un tempo scorrazzavano i pirati illirici, temuti in tutto il Mediterraneo. La regione vanta città straordinarie intessute di passato e di arte, quali Zara anticamente governata dagli illiri, i Liburni, e passata attraverso la dominazione romana, veneziana, austriaca e francese, delle quali conserva numerose testimonianze, o la bella Spalato, scelta e fondata quale suo ritiro ideale dall’imperatore Diocleziano, natio della vicina e più antica Solona, che qui aveva costruito un grandioso palazzo-fortezza, unendo l’impronta dell’architettura romana al fasto di gusto orientale. Ma anche Dubrovnik, l’antica Ragusa “perla dell’Adriatico”, la città fortificata dai veneziani e racchiusa da alte mura, che visibili a miglia di distanza ne hanno garantito nei secoli la libertà di commercio.
Un minuscolo pezzo di mondo questo delle Isole Tremiti, un arcipelago di rocce chiare e storie antiche, formato dalle tre piccole isole quasi attaccate di San Nicola, San Domino e Caprara, dal grande scoglio disabitato del Cretaccio e dalla più lontana Pianosa, quasi al limite delle acque internazionali. Istituito Riserva Naturale Marina nel 1996, e oggi parte del Parco Nazionale del Gargano da cui dista solo dodici miglia, questo paradiso incontaminato, perso tra i flutti, e sospeso sul mare azzurro e limpido, fu percorso fin dai tempi di Omero dal vento della storia. Qui infatti sbarco l’eroe greco Diomede, fuggito dalla Tracia dopo la guerra di Troia, e qui vi morì lasciando in eredità il suo nome alle “Diomedee” i grandi uccelli marini, Berte maggiori dal piumaggio scuro sul dorso e bianco sul ventre che nidificano nelle scogliere dell’isola di San Domino, e incarnano le anime degli antichi abitanti delle Tremiti, trasformate in uccelli da Venere per fare la guardia al sepolcro del loro grande sovrano. Il loro verso notturno simile ad un lamento alimenta la leggenda e il fascino palpabile di presenze misteriose, e la magia di un eden naturale perso nel mito e nella potenza di un’abbazia, che con l’estensione dei suoi possedimenti fece delle Tremiti un fulcro della cristianità medioevale.
Il fascino e la bellezza del Friuli è legato al suo territorio composto da paesaggi contrastanti, a nord le Alpi carniche, a sud la Laguna veneta, al centro colline e pianure a creare un mondo forte nella propria identità e aperto alle diversità. “Piccolo compendio dell’universo” così definiva questa terra Ippolito Nievo, che l’aveva amata con la mente e con il cuore; ed è infatti la completezza l’impressione più peculiare di questa regione: splendide e alte montagne, terra piana e increspata, pianure variegate con la geometria delle coltivazioni venata dai fiumi e chiazzata dalle diverse varietà di flora spontanea, e poi il mare che oscura a tratti l’orizzonte. Se a ciò si aggiunge la storia che in diversi domini e istanze culturali, dall’età romana ai nostri giorni, fuse lingue e genti diverse, ognuno fiero della sua origine ma tutti mescolati in una pacifica convivenza, capiamo come visitare il Friuli Venezia Giulia sia un’esperienza totalizzante, volta a scoprire l’arte e le diverse tradizioni e culture, fino a gustare il sapore dei cibi e il profumo dei grandi vini.
Un viaggio in Irlanda significa ancora oggi esplorare una terra isolata e antica, dove la voce cupa dell’Atlantico s’innalza fino al cielo, unendosi con le nuvole al galoppo, e dove la forza della natura è così potente da confondere in un’unica entità uomini e animali, cielo, mare e rocce. Terra mitica, la cui origine affonda in una civiltà antica e complessa, quella celtica, ancora non del tutto disvelata e la cui lingua originaria, il gaelico, seduce con una fonetica scattante e musicale, che ammanta di poesia ogni parola. Fate, folletti, grandi eroi ed eroine distendono sull’isola un senso di magia e di leggenda, tanto profondamente radicato e operante nell’animo, che in essa si rivivono tuttora, nonostante la modernizzazione, il fascino delle credenze e delle antiche tradizioni. Percorrendo il suo territorio si accende l’immaginazione, stimolata come in sogno dalla fiaba struggente della sua natura incontaminata, in una rapsodia di verdi e di azzurri, di pascoli, colline e foreste, di monti sassosi e scogliere brunite, di paesaggi solitari e malinconici, tra un mare spumoso e castelli da fiaba, eleganti città georgiane e piccoli villaggi di pescatori; uno dei luoghi più romantici al mondo, popolato da gente amabile e cordiale.
Due mari lo Ionio e il Tirreno, tre gruppi montuosi la Sila, il Pollino e l’Aspromonte, in un incalzare di candide spiagge e splendide insenature, distese di valli, altissime foreste, azzurri laghi e picchi nevosi in cui si inseriscono remote rovine greche, antichi borghi aggrappati alle rocce e alteri manieri, memorie dei trascorsi greci, bizantini e normanni: questa è la Calabria. Dominata nei secoli da popoli diversi, la Calabria conserva memoria di ogni singolo passaggio della sua storia, vestigia antichissime come Scolacium e Sibari riaffiorano dalla terra, ricordandoci i fasti della Magna Grecia e la dominazione romana. Piccoli borghi come Rossano custodiscono incredibili tesori legati al monachesimo orientale, che è testimoniato non solo da meravigliose chiese di foggia bizantina, ma soprattutto dal Codice Purpureo, una pergamena porpora risalente al VI secolo, che racconta con magnifiche miniature i vangeli. Meravigliosi castelli si stagliano su rupi scoscese come a Santa Severina o sorgono in riva al mare come a Le Castella, specchiandosi suggestivamente sulle acque che lambiscono tutto il suo perimetro. Scoprire la Calabria è entusiasmante, offre al visitatore paesaggi e tesori che non si aspetta, luoghi di grande fascino da scoprire pian piano.
Meta di questo fine settimana scelto da il pennino sarà un territorio ricco di bellezze naturalistiche e di beni storico artistici, nel cuore dell’Appennino umbro marchigiano, ultimo lembo della Marca d’Ancona al confine con l’Umbria, caratterizzato da verdeggianti paesaggi e da una natura incontaminata, in un felice e riuscito connubio tra architettura antica e morfologia del luogo.
Quest’anno il pennino vuole offrire un Capodanno elegante ed esclusivo, in una terra caratterizzata da un’armonia di bellezze diverse. Montagne irsute e tappeti verdi, laghi d’acqua ferma e fiumi crepitanti, boschi e palme, architetture contemporanee e castelli medioevali, chiese romaniche e barocche, e palazzi liberty. Un lembo di Svizzera che parla italiano, una terra di miracoli, dove lo sviluppo si coniuga con la tradizione, e gli apparenti contrasti convivono in un equilibrio senza clamori.
Il viaggio di questo inverno ci porterà in America Latina, alla scoperta di una striscia di terra a sud del Messico, tanto sconosciuta quanto affascinante, caratterizzata da una storia antichissima e ricca di straordinarie bellezze naturalistiche. Varia e complessa, intrigata e misteriosa, questa terra dominata da imperiosi vulcani, molti dei quali ancora attivi, è divisa tra le cosiddette “Terre Alte”, la regione degli altipiani punteggiata da laghetti e da una natura lussureggiante, e le “Terre Basse” verso le quali degrada all’improvviso in direzione dell’Oceano Pacifico, attraverso vallate incise da ripidi pendii, colline coltivate, foreste di pini e campi di granturco. Qui la stretta pianura alluvionale è il regno della selva, della foresta vergine, dei templi maya immersi nella giungla, dove l’incanto delle Piramidi è rotto solo dalle grida delle scimmie. Ma il Guatemala è anche le città coloniali, perfette scacchiere di calles e avenidas, con architetture del XVII e XVIII secolo dai colori vivaci, finestre in ferro battuto e portoni in legno massiccio, cortili e chiostri sospesi nel tempo. Un paese dai mille volti, da scoprire con tranquillità, anche attraverso vie lacustri coperte di gigli d’acqua a bordo di cayucos, sotto la verde volta delle foreste.
Per questo fine settimana lungo legato alla festa della donna il pennino ha scelto una meta, raffinata ed elitaria, lontana dal clamore del turismo di massa; una città discreta che negli ultimi anni è stata pervasa da un grande fervore di recuperi e restauri ed è oggi animata da uno spirito contagioso di riaperture, mostre e manifestazioni a vivacizzare un tessuto urbano, già di per sé ricchissimo, vero gioiello di arti e architetture, prezioso lascito di una storia secolare.
Visitare una parte della Grecia è sempre un ritorno alle origini, là dove tutto è cominciato; la nostra tradizione e la nostra cultura provengono da questa grande società, che ha posto il seme più fecondo di quello che oggi è il mondo mediterraneo. Tornare in Grecia vuol dire rispolverare i vecchi ricordi di scuola: la democrazia, la filosofia, l’arte, il mito; vuol dire confrontarsi con quei personaggi che hanno popolato la nostra adolescenza: Pericle, Temistocle, Sofocle, Euripide, Aristotele, Platone e Socrate. Farlo però al centro del Mar Egeo, scoprendo alcune delle duecento isole dell’arcipelago delle Cicladi vorrà dire abbandonarsi ai propri sensi, perdersi per poi ritrovarsi, giocare con la nostra mente e la nostra cultura una partita sottile di fascino e seduzione. Perché qui nacque la mitologia, qui nel Terzo Millennio a.C. sorse la più antica civiltà del Mediterraneo, qui i commerci fiorirono già ai tempi della Via della Seta, ma anche solo perché sono le più belle isole della Grecia, con spiagge cristalline e acque turchesi, case bianche come neve e cupole azzurre, e “Chore” tutte vicoletti e coloratissime bouganvillee. Le isole Cicladi ci ammalieranno con il loro clima caldo di mare e di persone, e ci conquisteranno guardandoci con i loro occhi grandi dritti nell’animo.
Nella continua ricerca di luoghi dal fascino persistente e di antica cultura, di cui l’Italia è ricchissima senza alle volte avvedersene, il pennino ha scelto come meta per questo fine settimana un lembo di terra unica e originale, una valle che s’incunea a sud del lago di Varese, profondamente incisa nei secoli dal fiume Olona, definito per l’antico e profondo legame tra le sue acque e gli abitanti del territorio: fiume Civiltà. Importante via di comunicazione fin dall’antichità, sulle sue rive sorsero concerie, sbianche per la lavatura della tela, segherie per il legname e il marmo, e innumerevoli mulini. Terra di passaggio per mercanti e pellegrini, terra di scontri violentissimi per la supremazia su Milano, divenne una della zone storiche più affascinanti della Lombardia, custode di tesori d’arte tanto sconosciuti quanto preziosi, come il Parco Archeologico di Castelseprio, con le rovine dell’antico “castrum” e il gioiello assoluto di Santa Maria Foris Portas, il Monastero di Torba patrimonio dell’Unesco, il borgo di Castiglione Olona, isola Toscana in terra lombarda, o il Sacro Monte di Varese, la cui ascesa al santuario lungo la via sacra punteggiata da archi e cappelle in splendida cornice naturale, è molto più che un itinerario di fede e spiritualità
Terra incantata e armoniosa, ricca di fascino e suggestione, crinale lievemente ondulato in cui si alternano valli e colline, poggi e saliscendi carsici, questa è la Valle d’Itria e la parte meridionale dell’Altopiano delle Murge, dominata da una natura orgogliosa e un paesaggio rurale, tra boschi di querce, macchia mediterranea, vigneti e distese di ulivi secolari, dune fossili e spiagge incantevoli. Effetti cromatici meravigliosi, un tripudio di colori, incorniciato sulle alture più alte dal bianco accecante della calce, che strato su strato ricopre trulli, masserie e borghi antichi, esaltandone le decorazioni scultoree in un’atmosfera magica e quasi fiabesca. Ma la Puglia di queste contrade è anche frutto di una storia antichissima, complessa, secolare, quasi mitica, che dalla magnogreca Taranto e la romana Egnazia, porterà attraverso le dominazioni Gote, Longobarde e Saracene, al silente e misterioso fascino degli ipogei bizantini, alla severità monumentale delle cattedrali romaniche, fino ai mirabolanti eccessi del barocco.
Un suggestivo e intenso viaggio questo proposto da il pennino in Russia, un viaggio che oltre la maestosità, la grandezza, il fascino secolare e particolare di Mosca, si spingerà alla scoperta dell’anima più autentica di questo immenso paese, anima nostalgica, intensa e piena di sentimento, che sopravvive nelle antiche città e nei piccoli borghi del cosiddetto Anello d’Oro. Culla della civiltà russa, questo territorio situato a nord-est di Mosca, oltre il lento scorrere del Volga, è chiamato così per i numerosi tesori d’arte conservati nei suoi centri abitati, per il ruolo che essi svolsero, spiritualmente, politicamente e culturalmente nel periodo aureo dell’antica Russia, e in particolare per le innumerevoli cupole d’oro, che sovrastano monasteri e chiese in complesse architetture di pietra bianca. Un itinerario di altissimo interesse storico, culturale e artistico in un paesaggio di fiaba, tra colline ricoperte di boschi di betulla, case in legno di pino, profumi di spezie, suoni di campane monastiche, affreschi e icone d’intensa spiritualità
Un viaggio in terra di Fiandra è un itinerario da intenditori, per chi è alla ricerca di una cultura, quella fiamminga, raffinata nei modi e cortese nelle cadenze, espressione di un gusto squisito, immortalato sulle tele di maestri indiscussi del calibro di Bruegel, Rubens e Van Dych. L’anima fiamminga va cercata nei piccoli dettagli, come il volto gioviale di un oste di locanda o la laboriosità di una ricamatrice, in paesaggi verdi e rassicuranti, nell’indomito orgoglio “flamande”, in piccoli centri ricchi di capolavori o in malinconiche spiagge affacciate sul mare del Nord. Un viaggio in terre lontane, intime e segrete, che tra reminiscenze di pregevoli Libri d’Ore miniati e oreficerie di rara bellezza, ci porterà a scoprire i “sinjoren” come venivano chiamati, nel XVI e XVII secolo, gli abitanti di queste terre per il loro raffinato stile di vita; e ci farà stupire di come il tempo si sia fermato, rimasto impresso a fuoco nel codice genetico tramandato di secolo in secolo, con tutte le sue bellezze e con tutti i suoi contrasti. Uno strano gioco di luci e ombre, giovialità e mistero, regalità e semplicità, allegria chiassosa e austerità monacale.
Meta del nostro viaggio d’autunno sarà la parte meridionale del Lago di Garda, il “Benacus” dei Romani, il più grande lago italiano; qui tra flutti e fremiti mediterranei, scenografie naturali uniche, e limpide distese azzurre, cantate da Catullo e omaggiate da Goethe, Joyce e D’Annunzio, si percepirà per la particolare qualità della luce e l’esplosione dei colori una magia strana. Magico è infatti il paesaggio gardesano, nelle cui acque blu, circondate da dolcissime colline, si rifrange una vegetazione quasi marittima di pini e oleandri, tra ruderi di antiche ville romane, fortezze e rocche medioevali, nobilissime residenze del ‘700, ma anche piccoli borghi punteggiati da peculiari porticcioli e spettacolari giardini lungolago, raffinati salotti della borghesia ottocentesca.
Affacciata sulla costa marchigiana all’ombra del Conero, l’antica “Ankon” fu fondata su un promontorio a forma di gomito piegato (in greco appunto ankon) nel 387 a.C. dai Dori siracusani, a proteggere il più ampio porto naturale dell’Adriatico centrale. Porta d’Oriente, da sempre fondamentale per i traffici marittimi, eroica protagonista di fiere battaglie contro gli invasori, quest’antichissima città marinara ricchissima di storia è capace di proporre un’offerta culturale tanto sorprendente quanto sconosciuta. Contesa per secoli tra Galli e Piceni, fu pacificata dall’egemonia di Roma, capace di sfumare le differenze linguistiche e culturali, ma mai di cancellarne il sostrato antico e radicato, che evolutosi in spettacolari e monumentali edifici medioevali, si volse al Rinascimento con eleganti dimore nobili che segnano il suo centro storico, fino ad inaspettate iperboli barocche, appianate dagl’interventi chiarificatori del Settecento vanvitelliano.
Luogo ideale questo scelto da il pennino per trascorrere il Capodanno, qui infatti lungo la Costa del Azahar di fronte alle Baleari “nunca es invierno” non fa mai freddo, dicono i valenciani, e per essere felici basta una panchina al sole. Di fondazione greca, quindi cartaginese, romana, visigota e lungamente araba, Valencia fu nel 1238 protagonista della Reconquista con Jaume I d’Aragona, che la popolò di catalani, aragonesi e provenzali, e nel Seicento fu teatro di una grande ripresa dovuta alla tessitura della seta, fino a divenire nel secolo scorso l’estremo baluardo dei repubblicani. Eppure nonostante una storia lunga e complessa la vera Valencia, terza città di Spagna, rivale di Madrid e Barcellona, è quella odierna, e quella che sarà domani, date le colossali risorse che sta investendo per dotarsi delle più avveniristiche architetture contemporanee, che l’hanno portata ad essere considerata una delle città emergenti più dinamiche e interessanti d’Europa, capace di unire la forte tradizione, la coscienza della propria identità e la voglia di rinnovamento.
Un fine settimana d’eccezione questo ideato da il pennino a Napoli, due giorni intensi, che prendendo spunto da un suggestivo verso tratto da una canzone di un suo figlio illustre Pino Daniele, ci guiderà alla scoperta delle mille facce di questa città unica, delle mille storie della sua gente, degli uomini e delle donne che hanno creato la sua peculiare atmosfera, dei mille angoli nascosti, delle mille chiese e monumenti sconosciuti, della sua musica, dei suoi profumi, dei suoi mille colori.
Gelosa custode di una storia antica, dei suoi tesori, di riti e sapori della tradizione contadina, la Basilicata, lentamente, sta rivelando i gioielli di una terra ricca, ma ancora tutta da scoprire. Luce, colore, boschi, rocce a picco sul mare, dolci colline che cedono il passo a bruschi calanchi, borghi arroccati sui colli e fermi nel tempo, castelli, torri, cattedrali e abbazie sono le inviolate e preziose testimonianze della storia umana e naturale, di una terra generosa e accogliente tutta da svelare. Il nostro viaggio cercherà di mostrare questi aspetti sconosciuti della regione.
Meta del nostro viaggio sarà Livorno, città all’apparenza timida e nascosta nel clamore di una Toscana ben più famosa e acclarata, che apparirà invece, a chi saprà lasciarsi guidare dalla curiosità e saprà perdersi nell’esplorazione, una città sorprendente, trasgressiva, dai forti sentimenti, città di satira feroce e carattere verace, città dai mille volti, pronta ad offrire un’esperienza unica. Antico porto marittimo il “Castrum Liburni” di epoca tardo romana, dove approdavano le veloci navi liburne che avrebbero finito per dare il loro nome alla città, fu fin dall’antichità, importante crocevia di culture e commerci, per divenire sul finire del ‘500, per volere dei Medici prima e dei Lorena in seguito, il braccio robusto del potere marittimo dei Granduchi di Toscana. Questi desiderosi di accaparrarsi un importante sbocco al mare, trasformarono Livorno in una “città ideale”, porto franco modellato sui valori rinascimentali del tempo, popolandola di gente di ogni etnia, cultura e fede e donando loro la celebre e diremo modernissima “costituzione Livornina”; che gli permise d’incontrarsi e convivere nell’operosità, nella libertà di culto e nell’immunità dall’inquisizione. E’ così che gli Ebrei sefarditi, i Greci, i Turchi, i mercanti francesi, olandesi, portoghesi e spagnoli fecero di Livorno una città multietnica e multiculturale, trasferendo qui le sedi dei loro consolati, e delle loro compagnie di navigazione, e unendo nella pace e nel rispetto le proprie tradizioni, la propria cucina e i propri caratteri, dando vita al popolo livornese, ironico, espansivo, sagace e come dicono qui “ganzo”, fatto di gente fiera, cordiale e sempre sorridente, dall’umorismo pungente ma innocuo.
Per questo fine settimana lungo di piena estate il pennino ha scelto un vecchio cavallo di battaglia, un viaggio inedito, originale e affascinante, specchio di una filosofia che la nostra associazione ha sempre fieramente fatto propria, quella della riscoperta della nostra Italia meno conosciuta, dei nostri borghi, della nostra natura e delle nostre tradizioni e che oggi è portata ad esempio per rinascere. Andremo quindi alla scoperta di un territorio straordinario, ricco di memorie storiche, caratterizzato da una natura incontaminata, disseminato di antiche vestigia sannitiche e romane, di castelli, di chiese e monasteri medievali, ancora legato a secolari tradizioni e completato da una cucina genuina. Non percorsi segnati dal turismo consumistico, ma autentici itinerari culturali, preziosi gioielli da conoscere in profondità, da vivere nella semplicità, e nella serenità di una terra dolce e tranquilla. Negli anni ’50 Guido Piovene, scrittore brillante, annotava nel suo diario che il Molise gli era apparso romantico e stregato, al punto da ricordargli alcune zone dell’Europa del Nord, quali la Scozia e l’Irlanda; e ancora oggi questo piccolo lembo di terra tra i fiumi Sangro e Fortore, le vette del Matese e le spiagge dell’Adriatico, nell’alternarsi continuo di colline e montagne punteggiate di borghi e cascinali, in bilico sulle rupi e seminascosti alle valli, custode geloso di una vita a misura d’uomo, conserva senz’altro il carattere di una Contea nordica.
In questo autunno ricco di speranze, la rinascita vera del pennino si concretizza con il ritorno al passato, a quei viaggi indimenticabili che hanno segnato la sua storia, a quelle mete il cui ricordo aleggia nei racconti dei suoi associati, in quell’Italia mitica e affascinante che il mondo ci invidia, in quei luoghi che stimolano i sensi e alimentano la fantasia, dove bisogna ogni tanto tornare per continuare a sognare. Stiamo parlando in questo frangente della punta sud orientale della Sicilia, terra dalla natura unica e affascinate, segnata da una storia e da una tradizione millenaria, e abitata da un popolo dall’indimenticabile ospitalità. Il nostro viaggio alla ricerca delle tante emozioni che questi luoghi possono offrire sarà molto vario, forse uno dei più ricchi e fervidi di sfumature, in cui convive la maestosità della Magna Grecia e l’eclettismo del Barocco, un mare limpido e trasparente e un vulcano che erutta lingue di fuoco. Non si può rimanere insensibili a questa terra dai mille volti che parafrasando un titolo di un suo celebre figlio Luigi Pirandello si potrebbe definire “Una, nessuna e centomila”, perché infiniti sono gli angoli incantevoli, i volti senza tempo della gente, i paesaggi mozzafiato, le emozioni, le suggestioni e anche le delusioni e lo sconcerto. Le sue contraddizioni la rendono unica e inafferrabile, più la si conosce e più ci sfugge e ogni volta che la si lascia lo si fa a malincuore ripromettendosi appunto di tornare.
Questa gita tardo autunnale de il pennino si svilupperà in un lembo di terra marchigiana, la provincia di Macerata, territorio che trova in questa stagione la sua espressione più naturale e autentica. Estendendosi dall’Adriatico all’Appennino, tra mare, colline e montagne, questa terra si presenta in equilibrio tra armoniose diversità paesaggistiche, tra tondeggianti geometrie collinari disegnate da intense colture, ampi pascoli, lussureggianti boschi, e antichi borghi, il cui timbro cromatico, segnato dall’ampio uso del laterizio, risulta nella vibrazione della luce autunnale di un suggestivo color chiaro pastello rosato. Luoghi di storia e tradizione, dove piazze, chiesette, vicoli e antiche botteghe raccontano un passato ancora presente, in equilibrio con i ritmi naturali delle stagioni e in armonia con la natura. Un museo diffuso, dove si concentrano tante e diverse espressioni culturali, capolavori assoluti di pittura rinascimentale, atmosfere medievali, antiche vie romane, palazzi nobili, luoghi dello spirito e teatri.
Un itinerario d’eccezione questo proposto da il pennino per il viaggio di fine anno nella vibrante Milano, la città del lavoro, dell’operosità, della moda, della modernità, eppure per coloro che, come noi, sanno leggere nella storia e scoprirne il fascino sotteso, Milano è anche città dall’importante patrimonio artistico culturale. E’ proprio lì infatti, nel vibrare della finanza e dell’economia, che andremo a cercare lo charme e il lascito culturale di tante storie milanesi, fatte di nobili colti e raffinati, geniali imprenditori e delle loro eleganti dimore, di passioni smodate e di intriganti collezioni d’arte. Da queste storie nascono e sono oggi visitabili, con permesso speciale, il museo Poldi Pezzoli, il Palazzo Bagatti Valsecchi e la Villa Necchi Campiglio. Dai loro antichi proprietari e dalla loro illuminata visione del tempo nasce quella esaltazione della Milano alla moda, città mitteleuropea sempre all’avanguardia in campo culturale, dove prendono corpo eventi come le grandi mostre, quelle che visiteremo nel nostro viaggio: Monet, opere dal Museé Marmottan di Parigi, allestita nel Palazzo Reale, e la retrospettiva su Mario Sironi, intitolata sintesi e grandiosità, ospitata nel nuovissimo palazzo del Novecento in piazza Duomo. Quindi sulla scia delle interessanti video conferenze proposte lo scorso anno, non potremo non tornare a visitare il Cenacolo Vinciano, un’esperienza che da sola merita comunque il viaggio.
Nel 1598 i Duchi D’Este furono costretti ad abbandonare la loro amata Ferrara, tornata nelle mani papali, e trasferitisi a Modena, crearono una corte ancora più grande e magnifica. Mecenati generosi e protettori delle arti trasformarono la città dall’impianto medievale, in un nuovo centro dalle forme più gentili, con larghe strade, piazze e straordinari palazzi. La loro opera si propagò in tutto il feudo con la costruzione della splendida residenza di Sassuolo, chiamata “Villa delle Delizie” e con la ristrutturazione degli antichi manieri, spesso trasformati in amene residenze come quella di Vignola. Modena, città golosa per eccellenza, dove dominano lo zampone, i tortellini e il Lambrusco, e dove l’aceto è a dir poco venerato, è anche considerata dall’Unesco la città della Cultura, con tanti e preziosi musei e in pochi metri tre monumenti patrimonio dell’umanità: il Duomo, la Torre della Ghirlandina e la stessa Piazza Grande che li ospita.
La Campania è tra la regioni italiane una delle più ricche di storia, cultura e tradizioni; il viaggio proposto da il pennino in questo inizio di primavera si prefigge di attraversare nel tempo l’eccezionale patrimonio storico-artistico del Parco nazionale del Cilento e del Vallo di Diano, per grandezza il secondo parco in Italia che si estende per tutta la provincia di Salerno, dalla costa tirrenica fino ai piedi dell'appennino campano-lucano. Questo territorio che ha ispirato per millenni poeti e cantori, ambientando sulle sue coste molti miti greci e romani, tra cui il più famoso certamente quello omerico dell’isola delle sirene, dove i destini di Enea e Palinuro si sono separati, è caratterizzato da una costa frastagliata, da dolci colline e monti. Qui una natura procace è segnata dai monumentali e spettacolari resti archeologici delle colonie greche di Elea-Velia e di Paestum, da importanti e storici ritiri spirituali, quali la celebre Certosa di Padula, e da un’invidiabile produzione agricolo pastorale, come gli allevamenti delle bufale, che ancora oggi deliziano la gastronomia italiana con la creazione delle famose mozzarelle.
Lucca è per essenza una “città di atmosfera”, nata dalla composizione e fusione di elementi e motivi diversi. “La più bella, la più regolare, la più rara delle piccole città” così la descriveva Hilaire Belloc nel 1902; un mondo di chiese, palazzi, torri e campanili, dove il Medioevo convive con il Rinascimento e con un po’ di Neoclassicismo. Sulle colline che circondano la piana di Lucca, sono disseminate invece una serie di ville e dimore storiche, veri e propri palazzi di campagna dallo stile architettonico unico e dagli splendidi giardini, e il loro insieme con il paesaggio di vigneti e oliveti che le circondano, le piccole e tortuose strade fiancheggiate da alti muri a secco che risalgono le colline, i dritti e lunghi viali alberati che si concludono sulle facciate come scene teatrali, fanno di questo insieme un percorso affascinante e indimenticabile. I loro parchi sono veri e propri “mirabilia”, progettati per stupire ed intrattenere gli aristocratici ospiti con collezioni di piante esotiche ed esuberanti fioriture, boschi selvatici e giardini geometrici, fontane e giochi d’acqua, statue allegoriche e mascheroni, grandi peschiere, grotte artificiali, ninfei, teatri all’aperto scolpiti nel bosso e nel tasso ed ogni tipo di piacevolezza, che rendesse gradevoli le aristocratiche giornate in campagna.
Il viaggio di quest’anno proposto da il pennino alla scoperta della Montagna estiva, si focalizzerà in un territorio peculiare a cavallo tra la media e alta Valtellina e il Cantone dei Grigioni in Svizzera, territorio che dominato dalle Alpi Retiche e dalle Alpi Orobie e segnato dal tracciato del fiume Adda, si determina in una grande varietà di ambienti, che passano dalle coltivazioni di mele e frumento del fondovalle, ai terrazzamenti di vigneti nelle medie pendici montuose, ai fitti boschi di abeti, ai verdi prati degli alpeggi, costellati di caratteristiche malghe, fino alle spettacolari cime montuose che emergono da candidi ghiacciai. Qui cultura, natura ed enogastronomia si fondono creando una vacanza perfetta, potendo visitare nei borghi montani suggestivi e ricchi palazzi nobiliari e chiesette, importanti collezioni d’arte e laboratori artigiani, godendo allo stesso tempo degli splendidi panorami e delle rilassanti vedute, e riscoprendo autentici e antichi sapori.
Un viaggio inedito questo proposto da il pennino, in un territorio d’eccezione, la vasta area collinare che dal versante orientale dell’Appennino abruzzese, caratterizzato dagli spettacolari rilievi del Gran Sasso e del massiccio della Laga, degrada in rigogliose vallate gradualmente verso il mare Adriatico. Un suggestivo itinerario tra la montagna e il mare, dove a farla da padrone sono i colori caldi e accoglienti di splendide colline, tra uliveti e vigne curate quali meravigliosi giardini, e innumerevoli tesori artistici. Luoghi dello spirito, immersi nell’armonioso silenzio di una natura a tratti ancora selvaggia o custoditi tra le mura di piccoli borghi medievali, imponenti cattedrali romaniche, scrigni d’importanti cicli di affreschi di varie epoche, antiche vestigia di domus romane, caratterizzate da una collezione unica di mosaici policromi, e imponenti fortezze rinascimentali, il tutto accompagnato da una ricca tradizione artigiana e da una “cucina povera”, i cui sapori forti del passato e la cui genuinità sono oggi sinonimo di eccellenza e qualità.
Per secoli ricco mercato e oggi importante centro industriale, il volto che si lega a Brescia nell’immaginario collettivo è quello del lavoro e dell’operosità, saranno quindi molti coloro che accettando la nostra sfida rimarranno sorpresi, incuriositi ed interdetti, scoprendo una straordinaria città d’arte, votata specialmente in questi ultimi anni alla valorizzazione della propria origine e della propria cultura. Posta tra il limite collinare delle Prealpi e la pianura padana, fu abitata dagli Etruschi e dai Celti, per divenire nel 27 a.C. colonia romana, poi con il declino dell’impero il re Desiderio la trasformò nella capitale di un’importante ducato longobardo. Libero comune intorno all’anno Mille e protagonista della battaglia di Legnano contro Federico Barbarossa, fu contesa per secoli tra Milano e Venezia, vivendo un eccezionale capitolo del Rinascimento, con le opere dei pittori Foppa, Romanino, Moretto e Savoldo; conquistata da Napoleone e passata nei domini asburgici del Lombardo Veneto, si distinse nelle guerre Risorgimentali con l’appellativo datogli dal Carducci di Leonessa d’Italia. Patria del celebre frate Arnaldo da Brescia e luogo di ambientazione della tragedia Adelchi di Alessandro Manzoni, Brescia ci apparirà dunque una città ricca di storia e di cultura, popolata dalle innumerevoli testimonianze della sua antichità.
Per immergersi in un’atmosfera natalizia da sogno non occorre arrivare nel nord Italia, ad Arezzo si esprime uno spirito natalizio che nulla ha da invidiare ai più celebri mercatini alpini. Tutta la città si veste a festa e ogni piazza e strada del centro storico viene illuminata da gioiose luminarie, lungo le vie bancarelle di ogni tipo, molte provenienti da Bolzano, Merano e Bressanone, offrono prodotti tipici e calde bevande. Ma sicuramente il più interessante ritrovo è quello del villaggio di Babbo Natale, in cui si trovano tutte le decorazioni tipiche del Natale, dagli oggetti in legno, agli addobbi per alberi e presepi, i giochi per i bambini e tutte quelle piccole cose che creano nelle nostre case l’atmosfera della festa. Visitare Arezzo con i suoi capolavori sarà certamente ancora più accattivante e unire quindi l’utile al dilettevole sarà lo scopo del nostro fine settimana. Arezzo infatti è una cittadina posta sulle splendide colline toscane, tra le più ricche di storia, che mostra ancora una forte impronta medioevale e rinascimentale, racchiudendo tesori e opere d’arte incomparabili.
Pisa, città famosa per la sua torre che da secoli minaccia di crollare, racchiude in realtà soprattutto nella “Piazza dei Miracoli” una serie di edifici spettacolari: il Duomo, il Battistero, il Camposanto e la stessa Torre sono immagini conosciute da tutti noi. All’osservatore attento non sfugge questo viaggio tra merletti di marmo, un viaggio in cui la pietra viene forgiata dall’uomo in mille forme diverse, dando così vita a giochi mirabili di chiaroscuro. Colonne e capitelli prendono forma e si muovono di fronte a noi in un balletto che il sole esalta con le ombre. E’ un viaggio in cui l’occhio si perde tra i marmi, le forme, l’erba, gli affreschi e le memorie che lasciano senza fiato, l’emozione di una delle più belle piazze del mondo, patrimonio dell’umanità. In realtà questa incredibile piazza non è solo piacere degli occhi, immagine da cartolina, in essa si concentrano alcuni mirabili capolavori, tra i quali il Duomo, spettacolare edificio in vigorose forme romaniche, tangibile testimonianza del prestigio e della ricchezza raggiunti dalla repubblica marinara, nel momento del suo apogeo.
Un viaggio in Terrasanta può avere molti significati, certamente l’aspetto religioso è tra i più importanti, tutta la vita di Cristo si è svolta in questo lembo di terra, e ripercorrerne il cammino è per un cristiano, sicuramente, una delle esperienze più toccanti che ci siano. Ma tralasciando per un attimo l’aspetto religioso, la terra di Israele è una delle più ricche di avvenimenti storici, e visitarne il territorio vuol dire scoprire anche importantissimi siti archeologici, quali per esempio Masada, ultimo baluardo del popolo ebraico contro l’avanzata romana; o il suggestivo Qumran, famoso per i il ritrovamento dei rotoli, importantissimi per gli studi biblici. Visitare Israele vuol dire soprattutto scoprire il popolo ebraico che, esule, ha saputo in pochi anni creare uno stato dal niente, vuol dire confrontarsi con la modernità di Tel Aviv e l’antichità di Gerusalemme. Ma un viaggio in Israele è anche prendere coscienza di una realtà unica dove convive la guerra sociale e l’odio razziale, dove ebrei, palestinesi, ma anche cattolici, ortodossi, armeni cercano di convivere pacificamente, ma non sempre ci riescono e il risultato di questa convivenza forzata è Gerusalemme, la città delle contraddizioni. Il fascino di Gerusalemme è dato dalla presenza di tutte e tre le religioni monoteiste, dal fatto che questa città sia sacra per ciascuna delle tre, e ognuna vuole ribadirne quasi la proprietà, o comunque la supremazia sulle altre. Tra straordinari monumenti dettati dalla fede si snodano le varie appartenenze religiose, e ciascuna vive il suo credo rispettando a suo modo, fors’anche tollerando, gli altri. Non è facile vivere qui, ma è il centro della religiosità, e religiosi o no, bisogna ammettere che la storia della moderna civiltà comincia qui, con il messaggio rivoluzionario di questo uomo chiamato Cristo.
Parma che l’anno scorso fu capitale della cultura, è una delle province simbolo del vivere tranquillo; una città elegante, dove godersi le gioie della vita è divenuto un raffinato mestiere, a partire dalla buona tavola, con prodotti d’eccellenza famosi in tutto il mondo, basti pensare al prosciutto, al parmigiano, a prodotti di nicchia come lo strolghino, il salame felino e il culatello, o a piatti tipici della cucina, che vanno dai tortelli, agli anolini passando per la parmigiana, in un vero trionfo del gusto!! Parma è però anche città d’innumerevoli tesori culturali, nelle sue varie sfaccettature: la musica testimoniata dal Teatro Regio, che ha fama di essere uno dei palcoscenici più difficili al mondo, e dalla Casa Museo che ricorda il maestro Arturo Toscanini, illustre direttore d’orchestra, l’arte e la spiritualità testimoniata da meravigliosi edifici, come il sontuoso Battistero, gioiello medioevale che custodisce le preziose sculture di Benedetto Antelami, le magnifiche cupole affrescate da uno dei più grandi artisti del Cinquecento, quale fu il Correggio, nel Duomo e nella Chiesa di San Giovanni Evangelista, o le intriganti simbologie della Camera della Badessa nel convento di San Paolo, e infine la secolare storia del celebre ducato Farnese, testimoniata dal Palazzo della Pilotta, che ospita all’interno lo straordinario Teatro interamente costruito in legno, la monumentale Biblioteca Palatina, e la Galleria Nazionale, una delle più importanti raccolte di opere d’arte italiana.
Per la primavera di quest’anno pieno di speranza il pennino si presenta con il ritorno al passato, a quei viaggi indimenticabili che hanno segnato la sua storia, a quelle mete il cui ricordo aleggia nei racconti dei suoi associati, in quell’Italia mitica e affascinante che il mondo ci invidia, in quei luoghi che stimolano i sensi e alimentano la fantasia, dove bisogna ogni tanto tornare per continuare a sognare. Stiamo parlando in questo frangente dell’estrema punta occidentale della Sicilia, terra dalla natura unica e affascinate, caratterizzata da paesaggi mozzafiato, segnata da una storia e da una tradizione millenaria, e abitata da un popolo dall’indimenticabile ospitalità. Il nostro viaggio alla ricerca delle tante emozioni che questi luoghi possono offrire sarà molto vario, pur muovendosi in un territorio non vasto nella provincia di Trapani, e seguirà le tracce indelebili di tremila anni di storia. La civiltà fenicia che indagheremo nella piccola isola di Mozia, al centro della “Riserva Naturale dello Stagnone”, un tempo raggiungibile a piedi ed oggi con le caratteristiche imbarcazioni in legno; spettacolare sito archeologico i cui reperti uniti ai pregiati vigneti “Grillo” si specchiano sul mare. Le più importanti testimonianze greche in terra italiana con i monumentali Templi e il suggestivo Teatro dell’area archeologica di Segesta, racchiusa e affacciata su le dolci colline dell’entroterra, o il complesso e vastissimo parco archeologico di Selinunte, il cui solo nome echeggia antiche leggende, e che con ineguagliabile bellezza si affaccia sull’azzurro intenso del mare. Il medioevo ci accoglierà con una delle sue testimonianze più genuine nel borgo di Erice, in cima al monte San Giuliano, che in silenzio tra le nubi, con le sue piazzette e i sinuosi vicoli, si riflette sui bacini accecanti delle Saline di Trapani. Marsala la città tutta bianca, ci riporterà nel Rinascimento e nel Barocco, ma ci racconterà anche storie più recenti, come quella di Garibaldi e del suo sbarco, o quella affascinantissima e tutta italiana della Famiglia Florio. Infine due giorni saranno interamente dedicati alla scoperta del magico Arcipelago delle Isole Egadi, dove nel 1991 è stata istituita la più grande Riserva Marina d’Europa. Già conosciute nell’antichità, il loro nome deriva dal greco e vuol dire “isole delle capre”, le Egadi rivestono un grande interesse archeologico, storico e naturalistico. Qui i Romani affondarono più di centocinquanta navi cartaginesi, ponendo fine alla prima guerra punica, qui nacque e si diffuse l’antica tradizione della pesca del tonno; ma la forza di queste isole oggi è un paesaggio incontaminato, dove la mano dell’uomo sembra essersi fermata, lasciando intatti panorami e bellezze, fatti di baie color smeraldo, coste rocciose velate di boschi di leccio, grotte nascoste, odori e sapori che sembravano dimenticati.
Meta di questo fine settimana di giugno sarà il Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, trentaseimila ettari di fitti boschi e ampi pascoli che ammantano di verde l’esteso crinale dell’Appenino Tosco-Emiliano nascondendo tesori d’arte e di cultura inestimabili. Se la primavera è la stagione della rinascita e del risveglio della natura, il Casentino con le sue foreste sarà il luogo ideale dove vivere nel profondo questa rinascita, in uno spettacolo di colori, di profumi e di silenzi, in cui la natura la farà da padrona, e insieme a lei quelle figure storiche di grande spiritualità che in quei luoghi hanno saputo, come la natura, trasformarsi e lasciare indelebili segni della loro meravigliosa avventura sulla terra. Luoghi indimenticabili e unici come il Santuario de La Verna, dove Francesco ricevette dal signore le stimmate a consacrazione di una vita votata agli altri, Camaldoli con il sacro eremo e il monastero, fondati mille anni fa da San Romualdo, l’Abbazia di Vallombrosa con la sua storia millenaria e le sue opere d’arte, le Pievi di campagna, preziose e nello stesso tempo genuine, nella loro suggestiva semplicità e infine qualche prezioso lembo di nobiltà, come il Castello dei conti Guidi a Poppi, e il Borgo di Bibbiena.
Meta del nostro viaggio di prima estate sarà questa affascinante capitale dell’Est Europa, città romantica e un po’ malinconica, città dalle tante sfaccettature e dalle molte anime, a partire dalla sua fondazione avvenuta a tavolino nel 1873 dall’unione delle città storiche di Buda a ovest e di Pest sulla riva opposta del fiume. Capitale dell’impero austro ungarico, dissoltosi al termine della prima guerra mondiale, Budapest è oggi una moderna metropoli, il cui fascino profondo e la cui complessità storico architettonica risiede appunto nella fusione di due precisi caratteri, Buda nobile e antica e Pest moderna e intraprendente, l’una prevalentemente collinare e l’altra affacciata sulla pianura ungherese, separate ed unite indissolubilmente dal potente e austero nastro blu cobalto del Danubio. Chiamata anche la Parigi dell’Est, Budapest è una città la cui signorilità e imponenza esige di essere visitata con calma, per svelare i suoi monumenti e per scoprire i suoi segreti, passeggiando tra architetture che alternano accenti barocchi e neoclassici, e di pura Art nouveau, fino a sconfinare nell’architettura contemporanea d’avanguardia.
Trieste città del vento, ma anche del mare, città dei caffè e delle barche a vela, città delle mille culture e delle mille chiese di diversa confessione. Tutti luoghi comuni che però si ritrovano tra i viali del lungomare, tra le vie eleganti e le magnifiche piazze della città. Crocevia internazionale, salotto mitteleuropeo, Trieste è di per sé un monumento, un luogo d’incontro e di memorie, è facile immaginare di incontrare seduto al caffè San Marco Joyce che scrive l’Ulisse, oppure cercare di indovinare in quale angolo possa essere passato lo Zeno, di sveviana memoria, con un nuovo proposito per smettere di fumare! Atmosfere indelebili ne fanno una città seducente, unica e inimitabile, con i caffè ottocenteschi, le vie e le piazze dai palazzi liberty e déco, che la rendono quasi cristallizzata in un’epoca per noi mitica; città ineguagliabile nella quinta scenografica naturale del mare, che generosamente regala vedute e scorci. Con lei si visiterà l’Istria, la più grande penisola dell’Adriatico, il lembo più a ovest della Croazia, che una volta però era veneziana. Una regione di meravigliose bellezze esposte nel fiorito giardino mediterraneo, tra pinete, la macchia verde e boschi di leccio e corbezzolo, che coprono più del trentacinque per cento del suo territorio, adagiato tra i lembi alpini e il tappeto azzurro del mare. Si percorrerà la costa alla scoperta nelle intime insenature di diverse gemme d’arte, da Parenzo a Rovigno, da Valle a Pola, scrigni segreti di un antico passato e di rinnovate tradizioni, luoghi che stupiranno per la loro bellezza genuina, per la loro suggestione e tranquillità di vita.
Quando si sbarca su quest’isola la prima cosa che colpisce è il mare limpido, cristallino, dalle mille sfumature di colore, ma la Sardegna va ben oltre l’immagine di un luogo di vacanza. Terra di millenaria cultura, va scoperta pian piano assaporando quello che viene concesso da un mondo schivo e riservato che si mostra a poco a poco. Oltre la costa e una splendida macchia mediterranea, l’entroterra ci offre luoghi affascinanti in cui si trovano resti di antiche culture che ancora molto hanno da dirci, come l’enigmatica civiltà nuragica o le prime civiltà mediterranee quali la fenicia, la punica e infine la romana che ci hanno regalato notevoli siti archeologici. La Storia sarda è poi costellata di domini, come quello toscano che ha lasciato bellissime chiesette romaniche a raccontare storie e tradizioni ancora radicate. E infine la dominazione spagnola che ha portato una forte contaminazione culturale, tanto che alcuni borghi conservano l’aspetto dei paesini iberici. A questa cultura così versatile si aggiungono ricche tradizioni artigiane ancora tutelate, come la lavorazione di tessuti, coltelli, cesti e oro, caratterizzate da tratti tipici e diversi da zona a zona. Un viaggio nel Sud della Sardegna, in un periodo e in luoghi lontani dal clamore balneare, ci farà scoprire colori, odori e sapori di una terra affascinante e arcaica, dalle mille suggestioni.
Fondata dalle antiche popolazioni della Gallia transpadana, Liguri e Celti, e divenuta municipio romano con il nome di “Ticinum”, di cui conserva ancora la pianta inalterata e il sistema fognario, Pavia ha una storia secolare e a tratti esaltante. Conquistata dai Longobardi che le imposero il nome di “Papia” da cui il moderno Pavia, questa superando Milano, Brescia e Monza, seppe trasformarsi nella splendida capitale dell’antico regno, polo culturale e rilevante snodo viario commerciale, evocando figure mitiche come quella della regina Teodolinda, che convertì i barbari longobardi al cattolicesimo, e favorì la costruzione di chiese e monasteri, le cui importanti tracce ancora sparse nel centro storico ne testimoniano l’eredità culturale. Città di mercanti, conquistatori e mercenari rinacque poi da una storia di eventi catastrofici, attraverso il favore di figure altrettanto epiche, quali quella di Galeazzo Visconti che nel 1360 ne fece il gioiello del ducato di Milano, con la costruzione del Castello, che vanta ancora oggi splendide sale corredate da preziosi affreschi, e la fondazione di una delle più antiche università del mondo. Oggi Pavia conserva affascinanti tracce di questo suo secolare e complesso passato, tra importanti monumenti, strade acciottolate e facciate di un caldo color terracotta, una “città segreta, appartata, nascosta, accessibile solo a chi si metta in cerca di lei, e sappia trovare quel segreto custodito”.
Il viaggio di Capodanno proposto quest’anno da il pennino si focalizzerà alla scoperta di una meta inedita, particolare, affascinante, un luogo sconosciuto al turismo di massa, che stimolerà a pieno il nostro desiderio e la nostra anima di viaggiatori. Sarajevo è una città dalla forte identità, cresciuta nel corso dei secoli attraverso diverse dominazioni, e fatta propria nell’unione armonica di tante differenti culture, quella cristiana, quella ebraica e quella musulmana, amalgamate in una popolazione accogliente e tollerante. Quasi distrutta negli anni novanta del Novecento nel feroce assedio delle forze serbe durato quattro anni, durante la terribile guerra che sconvolse i Balcani, oggi pur non dimenticando il doloroso passato, Sarajevo è tornata ad essere una città ricca di vita e di cultura, capitale della Bosnia Erzegovina, nata appunto dalle ceneri della ex Jugoslavia; con quell’intrigante atmosfera sospesa tra Oriente e Occidente, che regala alla città i suoi due volti, le sue due anime. Adagiata tra le Alpi Dinariche e attraversata dal fiume Miljacka, questo piccolo lembo di Europa regala innumerevoli tracce della sua travagliata storia, dagli incantevoli meandri di Bascarsija, l’antico quartiere turco, all’eredità asburgica, fino alle moschee, alla sinagoga e alle chiese cattoliche e ortodosse, che le sono valse il nome di “Gerusalemme d’Europa”.
Il profilo di Volterra si staglia, attorniato dalle possenti mura etrusche e medioevali, sul dolce paesaggio collinare della campagna pisana, la tranquillità e la pace che ispira al solo sguardo trova conferma nel borgo, dove la frenetica vita contemporanea sembra non aver contaminato il luogo. Così Volterra capitale etrusca, città romana, perla dell’arte medioevale, crocevia di genti e scrigno di opere d’arte, appare pur semplice e magnifica, nel susseguirsi di piazzette e case torri, chiese e volte, salite e giardini, nel convivere armonioso tra medioevo e rinascimento, spingendo il proprio sguardo collinare fino al mare, dove l’azzurro del Tirreno si salda sorprendentemente con il verde dei campi e le balze d’ulivi e viti. Tra le sue strette viuzze antichi mestieri affondano le radici nel passato etrusco, raccontando un vissuto non dimenticato e trasformando l’esperienza di secoli in nobili manufatti. La città moderna vive di abili artigiani tessili, raffinati orafi e soprattutto eccelsi scultori di alabastro; quest’ultimi chiamati artieri, traggono dal pregiato materiale, estratto dalle colline circostanti, oggetti dai mille usi e colori.
Tornare a Firenze città meravigliosa, città d’arte per eccellenza, è sempre bello, anche per noi che l’abbiamo visitata più volte, e che abbiamo il privilegio di poterlo fare ormai con grande comodità, tanto è resa vicina dai treni ad alta velocità, è bello per scoprire angoli a noi ancora sconosciuti o rivivere emozioni sopite; ma questa volta tornare sarà anche una sfida diversa, sarà voler ripercorrere itinerari noti seguendone le novità, le evoluzioni, le tendenze, e proiettandoci nel rinnovato modo di fare cultura. Ecco allora che nel suggestivo ed elitario Museo di San Marco, troveremo il nuovo salone dedicato interamente alle opere di Beato Angelico, il frate pittore che esordì a Firenze come rappresentante della pittura tardo gotica, per divenire in pochi anni uno dei padri fondatori del Rinascimento italiano. Il nuovo allestimento, oltre a divenire la più grande collezione al mondo delle sue opere su tavola, pone con la nuova illuminazione, in straordinario risalto le qualità pittoriche di questo impareggiabile artista. Sarà così anche nella Galleria degli Uffizi, accresciuta di 14 sale dedicate al Cinquecento fiorentino e alla pittura emiliana e romana, con un totale di 124 opere in più per oltre duemila metri quadrati, nei quali una serie di capolavori mai visti affiancati ad altri già noti dialogano secondo direttrici visuali, confronti incrociati, corrispondenze, che favoriscono una comprensione più immediata ed empatica del loro significato profondo. Ma tornare sarà anche l’occasione per visitare quei raffinati e unici luoghi d’arte che sono i Cenacoli fiorentini, oasi di pace e di bellezza, potendo mettere a confronto quello dipinto da Domenico Ghirlandaio e quello di Andrea del Castagno, nonché visitare la mostra evento dedicata nel Museo degli Innocenti ad Alphonse Mucha, il più importante artista ceco, padre dell’Art Nouveau e creatore di immagini iconiche.
Incastonate nello stupendo scenario naturale della Provenza, distanti pochi chilometri l’una dall’altra, sorgono Marsiglia ed Avignone, la nuova e l’antica capitale del mezzogiorno di Francia, due facce diversissime, contrarie ed opposte della stessa regione, eppure unite in strana fratellanza da un carattere particolare, una storia antichissima e contrastata che ne determinò i destini, e ne condiziona ancora la personalità, un ingombrante passato letterario ed artistico, ed un fascino intramontabile. L’una Marsiglia, seconda città di Francia e capoluogo della Provenza, con una storia lunga ventisei secoli, si distinse fin dalle origini per il suo carattere cosmopolita; Alexandre Dumas la definì “il punto d’incontro del mondo intero”, e infatti intorno al suo porto colorato, ricco di profumi, agitato e coinvolgente come non mai, vivono ancora corsi, spagnoli, portoghesi, sardi, algerini, tunisini e maghrebini. L’altra Avignone, elegante, austera e distaccata, fu importante sede pontificia, dove per un secolo abitarono tra faide, scomuniche, bolle e contro bolle, sette pontefici e due antipapi, ma anche città romantica dove Francesco Petrarca incontrò, perdendone la testa, la sua Laura de Noves, la musa ispiratrice della sua poesia.
Originaria di Verucchio la nobile famiglia dei Malatesta fu tra le più importanti ed influenti del Medioevo, dominando su vari territori della Romagna dal 1295 al 1500. Condottieri al servizio di alcuni stati italiani, e in guerra per anni con i Montefeltro di Urbino, le loro vicende raccontate da Dante furono storie di intense e tormentate congiure, di politica e potere, di splendori e cadute, ma anche di amori, di corti umanistiche, di studiosi e di artisti. Il nostro itinerario andrà alla scoperta di questa affascinate Signoria, la cui storia nel Medioevo e nel Rinascimento si lega ad architetture e opere d’arte di altissimo livello, e lo farà in territori, quali Cesena e Forlì, ancora ai margini del turismo di massa. In questi borghi potremo godere e visitare monumenti eccezionali, senza l’assillo delle file o della ressa, potremo vivere la provincia italiana ancora genuina, nei loro centri storici intatti e pedonali, tra le botteghe, i piccoli negozi e i sapori della tradizione.
Cipro, l’isola dell’amore, indelebilmente legata al culto della dea Afrodite, la Venere dei Romani, che qui appena nata dalla spuma del mare e sospinta dai venti approdò facendone la sua prediletta dimora. Un viaggio raffinato nel Mediterraneo orientale, su un’isola particolare e affascinante dallo stampo greco e dall’influenza turca, alla ricerca di una cultura millenaria; tra un mare cristallino con meravigliose spiagge sabbiose, all’atavica semplicità dell’entroterra, a contatto con una storia ricca di stimoli e tradizioni. Ci perderemo alla scoperta degli antichi castelli e delle fortificazioni crociate, saliremo sui monti Troodos, dove ombreggiate foreste custodiscono antichi monasteri bizantini finemente affrescati, visiteremo splendidi siti archeologici in cui meravigliosi mosaici la fanno da padrone, verremo in contatto con una natura rigogliosa di agrumeti che inebriano l’aria a pochi passi dal mare, con infiniti vigneti autoctoni, con boschi sacri e silenziose foreste di cedri e pini neri. È impossibile tuttavia dimenticare l’anacronistica separazione interna, che vede la capitale ancora divisa tra due Stati, l’unica rimasta in Europa dopo la caduta del muro di Berlino.
Abbiamo identificato questo viaggio in terra di Castiglia e Leòn come il cuore antico della Spagna, perché in questa regione dalle mille espressioni cristiane si percepisce nella storia, la risposta più profonda e convinta alla civiltà islamica, che aveva fatto propri i territori del sud. Le sue città traboccano di edifici sacri, si sviluppano numerose le chiese romaniche dando vita a incredibili capolavori, il gotico fiorisce offrendo splendide cattedrali che nulla hanno a che invidiare a quelle francesi. La regione si ritrova ad essere il centro del Cammino di Santiago, il pellegrinaggio più importante del Medioevo che ha lasciato nel nord del paese notevoli testimonianze di fede. Si può parlare quindi della Castiglia e Leòn come il cuore della civiltà spagnola medievale, quella che incarna lo spirito severo e combattivo dei nobili, la fierezza di un popolo che ha rivendicato le sue origini e le sue tradizioni. Nelle silenziose campagne castigliane si incontrano ancora antichi borghi e isolati monasteri, che mantengono intatto da secoli lo stesso fascino, ma questa terra deve il suo nome ai numerosi castelli che la costellano, creati per ottenere un perfetto assetto difensivo. Quello però che ne fa una terra meravigliosa sono le sue splendide città Burgos, Leòn, Salamanca, Segovia, Avila, forse simili tra loro, ma ognuna peculiare, con le sue opere d’arte, le sue usanze e tradizioni. In questa regione della Spagna infatti vi è il più alto numero di monumenti ritenuti patrimonio dell’Umanità e protetti dall’Unesco.
Un’affascinante viaggio alla scoperta del sogno di un principe: Mainardo II, conte del Tirolo, una delle figure più singolari e meno conosciute della storia del medioevo europeo. Il Tirolo è la “terra inter montes”, come dire protetta, ma anche isolata dalla natura; ed è qui che Mainardo costruisce, con un progetto politico audace e straordinariamente moderno, uno stato unitario, la cui forza si basa non sulla guerra ma su una sottile e complessa strategia diplomatica ed economica. Terra di confine e luogo nel quale si amalgamano lingue e culture, con Mainardo diviene un Regno grande e bene amministrato, le cui città crescono in ricchezza e prestigio, un mondo quieto e sereno in cui tedeschi, italiani e ladini vivono insieme e in pace. Principe del Sacro Romano Impero, le sue terre costituiscono un percorso privilegiato dai pellegrini che solcano l’Europa per onorare le tombe dei martiri. Tra rocche, castelli e nascoste chiesette, tra splendide valli, in cui l’uomo nei secoli ha saputo trovare una particolare armonia con la natura e piccoli centri, dove da sempre si conservano e tutelano le tradizioni popolari; cercheremo di ritrovare quelle atmosfere, di riprovare quelle antiche emozioni e di perderci in fantastiche saghe medioevali.
La Normandia regione atlantica a nord della Francia, affacciata sul canale della Manica e confinante con la Bretagna, con la Loira e con l’Ile de France, è veramente una terra meravigliosa. Dedicargli un viaggio esclusivo sarà vivere un’esperienza completa e totalizzante, in un territorio ricco e variegato; un’esperienza che condurrà dalla natura all’arte, dal cibo alla tradizione, dalla storia alla cultura, in un susseguirsi mai scontato di ambienti, luoghi ed emozioni davvero speciali. Il solo nominarla evoca nell’immaginario la sabbia dorata delle sue coste frastagliate, il luminoso calcare delle imponenti e selvagge scogliere bianche a picco sul mare turchese, il verde intenso delle distese di prati, i dolci pascoli e gli scorci naturali immortalati dai celebri pittori impressionisti, fino ai peculiari borghi di pescatori, dove i prodotti della terra e del mare, accompagnati al profumo del liquore Calvados, solleticano i palati più raffinati. Ma la Normandia è anche terra di cultura, che ha convogliato il suo slancio religioso sulle sfavillanti cattedrali, dalla fioritura del romanico benedettino al gotiche fiammeggiante; nonché luogo di memorie storiche indelebili, con le spiagge e i memoriali del celebre sbarco anglo americano, che segnò le sorti della seconda guerra mondiale.
La nostra gita di Novembre si focalizzerà su due bellissime cittadine delle Marche, Pesaro e Urbino, teatri a cielo aperto di antiche Signorie, potenti e imparentate con mezza Europa, di storie affascinanti ed intricate, segrete e svelate, di quell’Italia del Campanile che costituisce forse un suo limite, ma anche una sua grande ricchezza tanto da renderla unica agli occhi del mondo. Cittadine dai tetti e dalle mura rosse, quel rosso mattone che una volta era la pietra dei poveri, segnate da architetture imponenti, che trasmettono una sensazione di equilibrata, elegante chiarezza; terra natale di grandi pittori, su tutti Raffaello Sanzio, di grandi poeti e architetti, di celebri compositori come Gioacchino Rossini, che si sono nutriti di quest’aria, di queste tradizioni, e riempiti gli occhi di questi paesaggi. Luoghi della memoria riflessa in importanti musei e piccole preziose raccolte, ma anche terra di artigiani, che in antiche botteghe lavorano la ceramica, tessono tappeti e intagliano il legno intarsiandolo di madreperla. Questi centri storici intatti, pieni di chiese, di palazzi e conventi, immersi in un paesaggio dolcissimo, stretto tra le montagne e un mare azzurrissimo, sono anche luoghi di persone forti e spesso geniali, le cui radicate origini agricole promuovono una cucina relativamente povera ma buonissima, di antiche ricette dal caldo sapore di casa.