La nostra gita di Novembre si focalizzerà su due bellissime cittadine delle Marche, Pesaro e Urbino, teatri a cielo aperto di antiche Signorie, potenti e imparentate con mezza Europa, di storie affascinanti ed intricate, segrete e svelate, di quell’Italia del Campanile che costituisce forse un suo limite, ma anche una sua grande ricchezza tanto da renderla unica agli occhi del mondo. Cittadine dai tetti e dalle mura rosse, quel rosso mattone che una volta era la pietra dei poveri, segnate da architetture imponenti, che trasmettono una sensazione di equilibrata, elegante chiarezza; terra natale di grandi pittori, su tutti Raffaello Sanzio, di grandi poeti e architetti, di celebri compositori come Gioacchino Rossini, che si sono nutriti di quest’aria, di queste tradizioni, e riempiti gli occhi di questi paesaggi. Luoghi della memoria riflessa in importanti musei e piccole preziose raccolte, ma anche terra di artigiani, che in antiche botteghe lavorano la ceramica, tessono tappeti e intagliano il legno intarsiandolo di madreperla. Questi centri storici intatti, pieni di chiese, di palazzi e conventi, immersi in un paesaggio dolcissimo, stretto tra le montagne e un mare azzurrissimo, sono anche luoghi di persone forti e spesso geniali, le cui radicate origini agricole promuovono una cucina relativamente povera ma buonissima, di antiche ricette dal caldo sapore di casa.
Definita dagli studiosi il capolavoro tra le città d’arte italiane, Ferrara ancora oggi lascia il visitatore senza parole per la sua bellezza e vitalità. Merito di una grande dinastia e della più celebrata scuola umanistica del Rinascimento, fu creazione cosciente emanata dalla combinazione tra elementi estetici e razionali, definita in invidiabile equilibrio tra uno sviluppo urbano a misura d’uomo e lo sfarzo di una corte rinascimentale. Centro per secoli d’irradiazione culturale, Ferrara è anche una città dalla doppia anima. Qui trovò rifugio una delle più famose e diffamate donne della storia Lucrezia Borgia, che firmandosi “Felice Ferrarese” riassumeva in questa sigla il fascino e il mistero della sua singolare storia. Qui Giorgio De Chirico sentì di aver trovato lo spazio che aveva soltanto immaginato, e infatti Ferrara è anche città metafisica “per chi, percependone l’atmosfera sospesa, lascia vagare lo sguardo tra le strade dritte all’infinito, per chi si sofferma sulle sue luci e ombre nette e perentorie e sui suoi angoli incantati, ascoltandone semplicemente il silenzio”. Vittima illustre del terremoto del 2012, Ferrara oggi è finalmente rinata, più forte e splendida di prima, con la Cattedrale e i suoi celebri palazzi rimessi a nuovo, con un ampliata e più completa offerta culturale, nel solco delle sue tradizioni più antiche, tra le quali si inserisce di diritto uno spettacolo pirotecnico unico al mondo: l’incendio del Castello, dove migliaia di fuochi d'artificio a ritmo di musica, su torri e balconate, accenderanno alla mezzanotte del 31 dicembre il Castello Estense.
Circondata dai monti Martani e dalle muraglie verdi della val Nerina, Spoleto come dicono gli Umbri è città aristocratica sin dai tempi in cui venne fondata. Incute rispetto e ammirazione per l’eleganza delle vie, per il complesso disegno urbano rinascimentale, per i palazzi nobiliari solidi e imponenti come solo nella Roma papalina, per quelle atmosfere silenziose e assorte anche in periodo di festival dei Due Mondi, l’evento che l’ha trasformata in raffinatissima città-palcoscenico. Di lei nei secoli s’infatuarono in primis Michelangelo che di essa scriveva all’amico Vasari, poi Giosuè Carducci, Gabriele d’Annunzio, o il pittore William Turner, mentre Stendhal si diceva ammirato dalla “passeggiata” che dal centro storico s’insinua tra il verde dei colli circostanti. Città antichissima, sorta ai piedi del Monteluco, luogo di antichi eremi, fu florido municipio romano, i cui segni sono ancora evidenti nell’abitato moderno. Sede episcopale, dal IV secolo d.C., svolse un ruolo politico fondamentale dopo l’arrivo dei Longobardi in Italia, il Ducato longobardo di Spoleto arrivò infatti a comprendere buona parte dell’Italia centrale, fino a che con la sua caduta passò sotto il controllo delle dinastie franche e tedesche. Oggi il curatissimo centro storico riflette la sua storia millenaria, tra monumentali resti romani, suggestive chiese dall’architettura purissima, l’imponente e severa sagoma della Rocca albornoziana, che domina la città dall’alto, e il ricchissimo e prezioso Duomo, scrigno di raffinate opere d’arte medioevali e rinascimentali.